GERKAN, MARG und PARTNER, Berlin Hauptbahnhof, Berlin-Moabit, 2001-2006




È la stazione centrale di Berlino, la cui realizzazione fu concepita dal Governo federale fin dal 1992. Nel 1993 fu indetto il concorso, vinto da Gerkan, Marg und Partner, che prevedeva la costruzione di una moderna stazione ferroviaria d’intersezione. Nel 1995 iniziarono i lavori di scavo del Tiergartentunnel, costituito da quattro gallerie parallele per il traffico ferroviario, da due per la U-Bahn e dal tunnel autostradale. Per effettuare lo scavo, ultimato nel 1999, fu necessario deviare il corso della Spree. Nel 2001 iniziò la costruzione del viadotto in curva che scavalca lo Humboldthafen e il fiume. Nel 2003 fu possibile il trasferimento del traffico ferroviario sul nuovo tracciato. Dopo undici anni di lavori, la nuova struttura ferroviaria è stata aperta nel 2006. L’interno è strutturato su cinque livelli; quello più alto è costituito dal viadotto lungo 450 mt posto ad un’altezza di +10 mt dal livello stradale; qui si trovano 8 binari, due destinati alle linee della S-Bahn, gli altri ai treni regionali e internazionali. Il livello più basso è situato a -15 mt; qui ci sono 8 binari e cinque piattaforme; questi binari, incanalati nel Tiergartentunnel Fernbahn (che interseca perpendicolarmente in direzione nord-sud i binari a cielo aperto in direzione est-ovest), raggiungono la Potsdamer Platz passando sotto la Spree e il Tiergarten; qui transitano i treni regionali e quelli ad alta velocità, affiancati dalla nuova autostrada urbana. Nel 2009, con l’inaugurazione dei due nuovi binari della U-Bahn 55, la Berlin Hauptbahnhof ha raggiunto un totale di 18 binari. Sul livello intermedio si trovano i due ingressi alla stazione, uno dal lato sulla Spree, l'altro dalla Invalidenstraße. I livelli sono collegati tra loro da un labirinto di passerelle, scale e scale mobili; sei moderni ascensori inseriti in "pilastri panoramici cilindrici" in acciaio e vetro, rendono la struttura ancora più futuristica. L’intero impianto occupa una superficie di 175.000 mq, di cui 15.000 di negozi, 50.000 di uffici, 32.000 di piattaforme. Si compone di due grandi corpi che si intersecano perpendicolarmente tra loro, entrambi in vetro e acciaio, materiali che conferiscono massima trasparenza e luminosità fino ai livelli più bassi. Il corpo principale ha una forma ad arco che segue l’andamento del fiume in questo punto. Le banchine sono coperte da travi arcuate in acciaio posizionate longitudinalmente, con barre trasversali che formano moduli quadrati irrigiditi da cavi in acciaio. La combinazione di volte, travi, cavi e vetro, conferisce alla copertura un carattere robusto e sinuoso, che la rende simile ad un grande guscio trasparente. È proprio questa enorme copertura ricurva, lunga 320 mt e larga 70, che caratterizza il disegno architettonico della stazione. Mentre l’andamento est-ovest segue è il tracciato dei binari preesistenti, quello nord-sud riporta in superficie l’andamento perpendicolare del nuovo tunnel urbano. Si compone di due lunghi corpi geometrici larghi più di 20 mt, contenenti 44.000 mq per uffici. Questi due corpi, anch’essi completamente vetrati, delimitano la grande hall, più simile ad un centro commerciale che all’ingresso di una stazione ferroviaria. Essa è concepita come moderna piazza pubblica strutturata su tre livelli in cui sono ospitati uffici, negozi, supermercati, caffetterie, chioschi. La presenza in questa enorme costruzione di vetro e acciaio, evoca l’architettura tardo ottocentesca degli ingegneri. Vista da lontano, la Berlin Hauptbahnhof assume simbolicamente la forma di una immensa e trasparente "cattedrale del traffico" che, con la vicina cupola del Reichstag, sembra alludere ad una ideale osmosi tra strutture governative, vita urbana, mobilità nella metropoli. La volontà di aprire visivamente la stazione alla città è confermata dal fatto che, sia dalla hall che dai marciapiedi del livello superiore, si possono ammirare i grattacieli di Potsdamer Platz, gli edifici governativi del Tiergarten, il Reichstag e la la lontana Fernsehturm in Alexanderplatz. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)