Axel SCHULTES, Bundeskanzleramt, Berlin-Tiergarten, 1997-2001
BAND DES BUNDES
Con la decisione del Bundestag (1991) di riportare la capitale a Berlino, e quindi di trasferirvi la sede del governo e del parlamento, lo Spreebogen, una delle aree più desolate
lungo la Spree, venne scelto per la pianificazione del nuovo quartiere governativo e parlamentare. L’area, ai limiti settentrionali del Tiergarten, è stata di particolare importanza
nella pianificazione della capitale. Nel XVIII venne per la prima volta presa in considerazione da Federico Guglielmo I, che fece realizzare qui una grande piazza d’armi per le parate
militari. Alla metà XIX secolo l’area, a poco a poco, acquisì carattere da periferia urbana e vi venne aperta la Königsplatz, circondata da numerosi locali d'intrattenimento. Più tardi,
nella parte nord-orientale dello Spreebogen, sorse il quartiere residenziale (Alsenviertel) della classe medio-alta. Qui, in particolare dopo la costruzione del Reichstag, si formò
il quartiere diplomatico con membri del governo, parlamentari, diplomatici. La creazione in questa zona della prevista "Große Platz" da parte dei Nazionalsocialisti, che avrebbe
dovuto diventare l’espressione del centro politico e rappresentativo della potenza del Reich, venne bloccata nel 1942 a causa della guerra; molte parti dell’Alsenviertel erano però
già state abbattute. Dopo la II Guerra mondiale, la zona, liberata dalle macerie, diventò un luogo di raduni politici per la democrazia a Berlino. Ma la presenza del Muro, dal
1961, ha trasformato la zona in un’area di frontiera, determinandone il suo lento abbandono. Nel 1992 venne bandito un concorso di idee per la progettazione urbanistica per lo
Spreebogenpark, il cui obiettivo principale era quello di ripensare nuovi spazi per la città, coi quali voltare pagina rispetto ad un passato drammatico. Nel 1993 venne assegnato
il primo premio a Schultes per la sua idea-guida del "Band des Bundes", la fascia di edifici del quartiere del governo federale, con cui anche l’architettura, con i propri mezzi,
avrebbe contribuito a perseguire tale obiettivo. La sua proposta urbanistica si caratterizzava in particolare per la sua forma lineare che univa le due metà della città di Berlino
Est e di Berlino Ovest, fisicamente divise fino al 1989. Questo enorme progetto governativo a scala urbana era composto da una lunga sequenza di edifici che, dal Kanzlergarten
a ovest, si estendeva verso est fino alla Paul-Löbe-Haus, passando per il Bundeskanzleramt e per il lato settentrionale del Reichstag, per poi superare la Spree per continuare
nella Marie-Elisabeth-Lüders-Haus, congiungendo simbolicamente le due metà della nuova capitale. Al centro di questo "nastro della federazione", era previsto il Bürgerforum,
una specie di moderna agorà, concepita come luogo civico per far incontrare e dialogare società civile e politica, delimitata da edifici pubblici, caffè e gallerie. Le difficoltà
finanziarie e lo scarso interessamento delle autorità tedesche, che preferivano lasciare isolato l’edificio della Cancelleria federale affinché risaltasse di più, hanno impedito la
realizzazione della piazza, al cui posto è stata realizzata una semplice area alberata. Inizialmente tutti gli edifici avrebbero dovuto avere la stessa altezza, in modo da lasciare al
Reichstag il maggior rilievo. Ma l’allora cancelliere Kohl bocciò queste prime proposte di Schultes, innalzando il cancellierato al di sopra degli uffici dei deputati e delle sale
delle commissioni parlamentari, creando in tal modo un potente simbolo nazionale della Germania riunificata. Nella nuova capitale, l'architettura governativa doveva emergere
in mezzo alla concorrenza di segni e simboli cittadini dei marchi dei gruppi industriali internazionali insediatisi di recente nei punti strategici della città. Ma la Cancelleria federale
non doveva assomigliare né alla sede di una qualsiasi multinazionale, né rifarsi alla pompa monumentale della tradizionali formule dell'edilizia di Stato. Nel 1994, per il
Bundekanzleramt, venne scelta la proposta finale di Schultes. Nello stesso anno venne indetto il concorso per la realizzazione degli edifici parlamentari "Parlamentsneubau
Alsenblock und Luisenblock", vinto da Braunfels.
BUNDESKANZLERAMT
Il Bundeskanzleramt fu progettato dal 1992 al 1997. Nel 1993 la giuria scelse la prima proposta di Schultes, ma, seguendo le indicazioni delle autorità tedesche, venne
raddoppiata l'altezza del corpo principale, che, nel progetto definitivo del 1994, fu portato da 18 agli attuali 36 mt. La costruzione occupa l’estremità occidentale del Band des Bundes e,
secondo l'idea originaria dell’architetto, si doveva affacciare sul Bürgerforum. Come altri progetti di Schultes, anche questo si caratterizza per il suo carattere colossale e per i
suggestivi effetti della luce naturale. Occupa un’area totale di 73.000 mq, di cui circa 30.000 per il Kanzlergarten; la superficie edificata è di 12.000 mq. Gigantesca e trasparente, la
nuova cancelleria ha una lunghezza di ben 335 mt e a ovest, sull’altro lato della Spree, si collega mediante un ponte pedonale al recente Kanzlergarten. Malgrado le sue dimensioni, è
assente qualsiasi riferimento alle retoriche costruzioni che in passato avevano caratterizzato l’architettura di rappresentanza dello Stato. Realizzata in cemento armato e vetro, è una
costruzione minimalista e modernista composta a partire da poche figure geometriche di base (cerchio, quadrato e cubo). Nella intenzioni di Schultes, si volevano favorire atmosfere
caratterizzate da trasparenza e permeabilità. Per questo motivo sono assenti pareti completamente chiuse, sostituite da superfici vetrate, attraverso le quali si possono intravedere
i piani, gli spigoli, le curve, le scalinate negli interni. L’insieme è costituito da un edificio centrale a nove piani e da ali più basse estese in lunghezza che, in facciata,
racchiudono il cortile d’onore. Il corpo centrale, la sede ufficiale del Cancelliere federale, riservata anche alle occasioni di rappresentanza, è un enorme blocco cubico alto 36 mt.
Le facciate nord e sud hanno contorni netti e un'aria massiccia malgrado le grandi arcate che, nella parte superiore, sporgono al di sopra dell’ala amministrativa; verso est e ovest
la costruzione appare invece ariosa e trasparente. A est si apre sul cortile d’onore, dove vengono ricevuti gli ospiti di Stato, caratterizzato da una copertura ondulata. Sono presenti
anche alcuni pilastri liberi dalla forma morbida, e da alcuni di essi spunta in alto un albero. Negli interni, le pareti, i parapetti e i soffitti in cemento armato sono ondulati, e
ovunque si aprono nuovi percorsi, nuove prospettive e si formano particolari giochi di luce-ombra. Dopo l’ampio foyer si raggiunge, tramite due ampie scalinate, la sala conferenze
simile ad un anfiteatro. Dal quinto all'ottavo piano sono presenti gli uffici e l’appartamento di 200 mq del cancelliere. I soffitti presentano fori dal diametro unitario di circa
170 mm, in cui sono incassati a 2 cm di profondità dei diffusori di luce che alleggeriscono ulteriormente gli spazi interni. Il corpo principale è costeggiato sui lati nord e sud
dalle due ali amministrative (lunghe 204 e 335 mt), entrambe alte 18 mt, strutturate su 5 piani fuori terra e 2 interrati. Si caratterizzano per una struttura regolare a pettine,
un principio strutturale che prosegue nel vicino complesso del Paul-Löbe-Haus+Marie-Elisabeth-Lüders-Haus di Braunfels. Contengono 310 spazi per uffici che si aprono su 13 giardini
d’inverno con vista sul Tiergarten e sullo Spreebogen. Dall’ala amministrativa settentrionale si accede, tramite un ponte pedonale, direttamente al recente Kanzlergarten, sull’altro
lato della Spree, mentre un muro di protezione delimita gli spazi aperti verso il lungofiume. Nella progettazione della costruzione, sono stati particolarmente curati gli aspetti
ecologici: i giardini d’inverno svolgono la funzione di isolamento termico e permettono un'esposizione ottimale dei posti di lavoro, l'energia è generata in una centrale termica
alimentata a olio vegetale, l'energia solare viene immagazzinata da 1.300 pannelli fotovoltaici posti sui tetti delle ali amministrative. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)