Helmut JAHN, Neues Kranzler Eck, Berlin-Charlottenburg, 1998-2001





Nel corso degli anni Novanta, la City West dovette affrontare la crisi causata dall’apertura delle nuove arterie commerciali di Mitte. Per questo motivo vennero approntati ambiziosi progetti di valorizzazione commerciale del Kurfürstendamm. Dopo che l'ex proprietà dell’area tra Kurfürstendamm, Joachimstaler Straße e Kantstraße, la Victoria Versicherung, vendette il lotto alla Deutsche Immobilien Fonds AG, in soli due anni venne realizzato il Neues Kranzler Eck. Jahn ha elaborato una costruzione spettacolare in vetro e acciaio, composta da corpi di fabbrica disposti secondo linee diagonali, la cui estetica modernista era molto richiesta negli anni immediatamente successivi alla riunificazione di Berlino. Questo futuristico complesso si integra con costruzioni preesistenti, tra cui lo storico Café Kranzler, uno dei caffè più famosi di Berlino, frequentato in passato dall’alta società berlinese, da letterati e artisti. Nel 1955, la Victoria-Lebensversicherungs-AG aveva bandito un concorso per la progettazione di edifici commerciali sul lotto di 22.000 mq, che si estendeva lungo la Joachimstaler Straße, completamente distrutto nurante la II Guerra mondiale. Su progetto di Dustmann, nel 1956, all'incrocio Kantstraße/Joachimstaler Straße venne inaugurato il Bilka-Kaufhaus (oggi Karstadt Sports), e poi, nel 1958, la fila di negozi sulla Joachimstaler Straße, con il nuovo Café Kranzler, che divenne presto un simbolo di Berlino Ovest. Nella parte interna del lotto, nel 1963 venne realizzata la nuova sede a nove piani della Victoria Versicherung (oggi Lindner Hotel Am Ku’Damm). Negli anni Novanta il Café Kranzler venne ricostruito e integrato nel nuovo complesso a carattere commerciale Gerry Weber, tra negozi di abbigliamento e per la ristorazione. Il locale, con la rotonda e la tenda a strisce bianco-rosse e la caratteristica scritta che riporta il suo nome, è protetto dai beni ambientali, in quanto ricorda l'atmosfera del Dopoguerra berlinese. Il settore di Jahn si compone di tre corpi edilizi a destinazione terziaria, i cui utenti sono soprattutto grandi aziende internazionali. Il corpo principale è quello in linea, lungo 160 mt e alto 16 piani sul cui tetto è presente una pista in tartan di 200 mt per il jogging. Con le sue lunghe e lisce pareti vetrate, il corpo, alto 59,60 mt, attraversa l’intero lotto unendo la Kantstraße con il Kurfürstendamm, passando sotto il viadotto della S-Bahn. Con la sua punta tagliente alta 54 mt, si affaccia sul Kurfürstendamm; da qui inizia un "passage" commerciale che si snoda tra il corpo principale e, a ovest, il Lindner Hotel e il nuovo padiglione vetrato alto 9 piani, che conduce fino al Theater des Westens e al Kino Delphi. Questo stretto passaggio crea una suggestiva prospettiva, con pareti leggere e trasparenti, che riflettono gli edifici limitrofi, in particolare il Theater des Westens, le cui forme storicistiche contrastano con quelle hi-tech del nuovo complesso. Lungo questo percorso, il sottopasso della S-Bahn, si trasforma in una massiccia porta urbana in laterizio. Il complesso architettonico, ovunque caratterizzato da contorni affilati, è attraversato da percorsi pedonali che conducono a corti pedonali interne, anch’esse completamente vetrate. Il corpo principale si collega al complesso Karstadt Sports/Gerry Weber mediante un secondo corpo vetrato alto 9 piani, parallelo alla Kantstraße. Tra il nuovo Kranzler-Eck e il vecchio Kranzker-Eck, è stata ricavata una silenziosa corte interna, concepita come un'oasi nel cuore della metropoli, a cui si accede tramite un passaggio coperto alto sette piani. Al suo interno si trovano due grandi voliere coniche dal diametro di 19,60 mt, una alta 22,40 mt, l’altra 12, in cui sono presenti decine di uccelli variopinti provenienti da tutto il mondo. L’intero quartiere è rapidamente diventato un nuovo punto di riferimento nella City West; particolarmente spettacolare è anche la sua illuminazione notturna, le cui sequenze multicolori rendono visibile il Neues Kranzler Eck anche da lontano. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)