Joseph Paul KLEIHUES Kontorhaus Mitte / Quartier 109, Berlin-Mitte, 1994-1997
Il Kontorhaus Mitte è un centro internazionale di servizi finanziari con uffici, negozi e ristoranti. Occupa meno della metà dell'isolato definito con la denominazione Block 109, per
una superficie di circa 5.600 mq, in una delle aree commerciali e culturali più prestigiose di Berlino. La sua superficie quadrata è delimitata da Mohrenstraße, Friedrichstraße e
Kronenstraße. In questo intervento è stato messo in pratica per la prima volta in modo integrale il principio urbanistico della "kritische Rekonstruktion" previsto per la Friedrichstadt.
Prima della progettazione sono stati stabiliti in modo rigoroso la sua forma compatta, il numero dei piani (sette sul filo stradale, più due oltre l’altezza di gronda), l’accesso pubblico,
la planimetria, le facciate in pietra strutturate con zona basamentale di due piani, cinque piani di elevazione, cornice di gronda comune a 22 mt di altezza, piani attici arretrati con
tetto continuo e altezza di colmo di 30 mt. Per la progettazione, Kleihues ha fatto riferimento alle radici architettoniche della vecchia Friedrichstadt, quando i vari isolati erano
occupati da blocchi edilizi per uffici composti da singole unutà accostate tra loro e aventi la stessa altezza. La planimetria, la struttura e l'immagine della Friedrichstadt hanno,
almeno in alcuni punti, ancora oggi alcuni di quei caratteri di chiarezza razionale e di rigore tipici della mentalità prussiana, di cui la Berlino tardo ottocentesca ne risulta una sua
trasposizione plastica. Per recuperare queste caratteristiche, Kleihues ha assegnato le singole progettazioni ad altri architetti, quali Brenner, Stepp e Magnago Lampugnani, che hanno
progettato sei unità edilizie distinte, ma accostate tra loro seguendo le tracce della parcellizzazione storica. I singoli interventi si differenziano solo per alcuni dettagli di
facciata, come la scelta dei particolari, della forma delle finestre e dei telai, dei materiali e del colore dei rivestimenti. Con queste modalità, nonostante la pianificazione unitaria,
l'effetto ottenuto è quello della formazione di un blocco edilizio compatto ma variegato, come se si fosse formato in tempi diversi, proprio come succedeva nella città storica. L'intero
complesso si compone di quattro nuove singole unità edilizie commerciali e da un edificio storicistico protetto dai beni ambientali sulla Kronenstraße; il corpo di fabbrica
perpendicolare, che unisce la Kronenstraße con la Mohrenstraße, costituisce la sesta unità edilizia a carattere residenziale. Rispetto al contemporaneo Hofgarten am Gendarmenmarkt, dove
le varie unità edilizie hanno i propri ingressi e propri collegamenti verticali, qui l’intervento è stato impostato su principi unitari. Le unità edilizie si affacciano su un’unica corte
ed hanno un solo ingresso comune. Nei nove piani sono stati ricavati 17.000 mq per uffici, 3.500 mq per attività commerciali con negozi e per la ristorazione, 84 appartamenti, 218 posti
macchina nei tre parcheggi interrati. Fatta eccezione per l’edificio storicistico, l'intero complesso presenta quattro piani interrati. Brenner ha costruito la Haus B sull’angolo
Kronenstraße/Friedrichstraße. La zona basamentale su due piani, presenta negozi al piano terra e strette finestre divise da telai in alluminio anodizzato sul livello superiore. Le due
facciate contigue hanno un rivestimento in granito lucido verde scuro, tra i cui giunti sono presenti piccole lamelle metalliche sporgenti, in modo da suggerire che si tratta di un
rivestimento; le superfici sono strutturate da finestre rettangolari equidistanti. Stepp ha realizzato la Haus F sull’angolo Friedrichstraße/Mohrenstraße; la facciata è ricoperta da
piccole lastre quadrate in granito africano rosso bruno. Anche le finestre sono quadrate, e sono divise al loro interno da un telaio grigio in zinco. Magnago Lampugnani ha progettato la
Haus E su Mohrenstraße con la facciata rivestita con una pietra grigio-azzurra. Le finestre, dal formato rettangolare disposto in orizzontale, sono divise in tre parti verticali; disposte
su uno stretto davanzale, danno origine alla facciata più essenziale e minimalista dell’intero complesso.
HAUS A / HAUS C / HAUS D, Josef Paul KLEIHUES
Oltre al piano generale del Kontorhaus Mitte, elaborato nel 1991, Kleihues ha progettato anche tre unità edilizie e la corte interna col suo ingresso pubblico dalla Friedrichstraße.
La Haus A è l’unità edilizia centrale sulla Friedrichstraße. Contiene 3400 mq per uffici e 755 mq per negozi disposti al piano terra e al primo piano interrato. Per il rivestimento
ha utilizzato il travertino romano chiaro con sfumature gialle e bianche. Sull’asse di simmetria si trova la torre ellittica, in parte vetrata, del vano scala; la torre ha una forma
particolare che ricorda quella della prua di una nave. Elementi dell’architettura navale sono ripresi anche nel basamento, in cui sono presenti quattro grandi finestre circolari
simili ad oblò. Nei piani superiori, le finestre sono invece rettangolari, suddivise orizzontalmente in tre parti, e separate tra loro da sottili strisce in travertino. Nel basamento,
ai lati dell’alta torre, è ritagliato il doppio ingresso alto due piani; superato questo ampio portale, studiato per valorizzare l’intero blocco del Kontorhaus Mitte, si entra nella
grande corte interna di 1000 mq, che funga da hall per le cinque unità edilizie a carattere commerciale. I quattro prospetti della corte, diversamente da quelli esterne, sono
strutturati in modo uniforme, con le superfici piene ricoperte da lamine di alluminio verniciate di bianco. Sulle facciate, all’altezza di circa 30 mt, si appoggia una copertura
vetrata dalla forma piramidale, che lascia entrare la luce naturale per tutta la giornata. Con queste soluzione, la hall si trasforma in una grande piazza coperta su cui possono
essere allestiti concerti, spettacoli teatrali, mostre. Il piano di calpestio, in serpentino verde chiaro con bande scure, è dotato di un impianto di riscaldamento sotto il
pavimento; in questo modo il cortile mantiene una temperatura gradevole anche in inverno. Nei mesi estivi, le lamelle di aspirazione presenti sulla copertura, permettono il ricambio
d’aria. Con qualsiasi condizione atmosferica e a qualsiasi ora del giorno, questo enorme "giardino d’inverno pubblico" invita i passanti ad entrarvi per una visita e a soffermarsi nei
locali pubblici e nei negozi. La Haus C è l’unità storica del Kontorhaus Mitte. È costituita dalla Quantmeyer-Haus che Kleihues ha ristrutturato con un’operazione accurata e costosa.
La facciata di questo edificio, costruito intorno al 1900 già con una funzione commerciale, in origine era riccamente decorata con ornamenti. Negli anni Venti erano state ricostruite
le finestre ad arco dall'allora proprietario. L’edificio venne però in gran parte distrutto durante i bombardamenti della II Guerra mondiale. Basandosi su vecchi documenti e
fotografie degli anni Trenta, è stata restaurata la facciata e, in particolare, riprese le rigorose aperture del primo piano. Le pietre storiche conservate sono state attentamente
analizzate, gli ornamenti puliti, le cornici mancanti aggiunte. Oltre al tufo per i piani superiori, nella zona basamentale l’architetto ha utilizzato un luccicante granito
nero-blu. Sopra la costruzione originaria di cinque piani, sono stati aggiunti due nuovi piani. Al piano terra si trova un ristorante; i piani superiori offrono 4.050 mq per
uffici. Per la sua accurata ricostruzione storica e per la presenza di impianti tecnologici e informatici necessari alle attività terziarie del XXI secolo, l’edificio unisce sotto lo
stesso tetto tradizione e modernità. La Haus D è costituita dal corpo trasversale tra Kronenenstraße e Mohrenstraße. Al suo interno è ospitato il Residenz Berlin Mitte, composto da 84
spaziosi appartamenti di lusso a 5 stelle. Sono gestiti dal Madison City Suites e vengono presi in affitto in particolare da uomini d'affari, clienti e collaboratori di aziende
internazionali che necessitano di un lungo soggiorno in città. All’ottavo piano sono stati sistemati il salone comune dell’Apartmenthaus e il centro benessere. (testo e immagini
di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)