Ieoh Ming PEI, Friedrichstadt-Passagen. Quartier 206, Berlin-Mitte, 1992-1995



Il fabbricato progettato dallo studio Pei, Cobb, Freed & Partners completa il Block 206 tra Jägerstraße e Taubenstraße, nella parte che si affaccia sul viale della Friedrichstraße. La scelta del progetto venne fatta dopo il concorso del 1992. L’investitore che presentò la proposta dello studio americano era la Anno August Jagdfeld, che intendeva creare un sistema di negozi di lusso all’interno di una struttura architettonica in grado di catturare l’interesse dei passanti per la sua originalità. È edificio centrale dei Friedrichstadt-Passagen e si collega agli altri due edifici mediante due gallerie commerciali sotterranee. Al suo interno, come richiesto dalla committenza, è presente un insieme di negozi per prodotti di lusso e boutique di stilisti internazionali. I negozi si trovano nei primi due livelli, ma già dal primo piano superiore sono sistemati uffici e appartamenti duplex, quest’ultimi affacciati sulla Taubenstraße, in modo da sfruttare il sole per l’illuminazione naturale e per il calore. La costruzione di Pei spicca nel contesto di edifici piuttosto tradizionali della Friedrichstadt, per i suoi colori, i materiali e la sua espressività. Si tratta di un’imponente costruzione le cui facciate sono caratterizzate da una composizione reticolare composta da fasce orizzontali bianche e nere e da corpi verticali aggettanti con angoli acuti, disposti ritmicamente sulle tre facciate, sporgendo anche oltre la cornice di gronda, fino al tetto. A questa composizione di marmi bicromi strutturata secondo schemi geometrici, si sovrappone quella composta dalle strisce orizzontali dei davanzali delle finestre, determinando un effetto dinamico e inquieto. I corpi spigolosi aggettanti sembrano bovindi vetrati, simili a quelli delle abitazioni singole, ma in questo caso inseriti in un blocco edilizio compatto e uniforme. Nelle ore serali le innumerevoli punte della struttura reticolare dei prospetti, si illuminano internamente; ciò ha come effetto quello di trasformare quest’architettura urbana, che di giorno colpisce per la sua imponenza, in una struttura leggera e allo stesso tempo drammatica a causa dei forti contrasti chiaroscurali. Molto curata e dettagliata è anche la progettazione degli spazi interni. Qui è presente un atrio pubblico dalla planimetria spezzata in più punti, ma speculare. Si tratta del nucleo centrale del complesso commerciale di Pei, che può essere raggiunto da quattro diversi ingressi. Questo atrio ha anche una propria facciata interna, il cui aspetto riprende quello del palazzo urbano all’italiana. Da questa corte una serie di scale mobili e corpi scala curvilinei con gradini in marmo, si snoda tra i vari piani come serpenti bianchi e neri unendo l'atrio col livello superiore della galleria commerciale. La pavimentazione è composta da mosaici marmorei, il cui modulo bianco-nero è diventato il segno distintivo del Quartier 206. I pavimenti in marmo bianco e nero e i mosaici del piano interrato in beige e marrone, sono stati disegnati da Anna Maria Jagdfeld, la moglie dell’investitore del Quartier 206. I costosi rivestimenti in pietra, le forme architettoniche e la raffinatezza dei dettagli si rifanno volutamente all'architettura commerciale Art Déco degli anni Venti, ma qui interpretati in modo dei tutto nuovo. La copertura di questo enorme atrio è costituita da un tetto vetrato simile ad una tenda irregolare; è formata da una serie di superfici sfaccettate, sostenute da un’imponente struttura bianca in acciaio, che scarica a terra il peso mediante colonne metalliche che attraversano il vuoto centrale in tutta la sua altezza. Il Quartier 206 costituisce oggi uno dei grandi magazzini più lussuosi della nuova Berlino, sia per le boutique di grandi marchi internazionali presenti al suo interno, sia per i materiali pregiati utilizzati. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)