Aldo ROSSI, Quartier Schützenstraße, Berlin-Mitte, 1995-1998





Grande edificio a blocco per residenze, uffici, spazi commerciali e ampio parcheggio sotterraneo comune, progettato nel 1992-94 e realizzato nel 1995-98. Occupa un intero isolato di delimitato da Schützenstraße, Charlottenstraße, Zimmerstraße e Markgrafenstraße. La costruzione si trova nei pressi della Friedrichstraße, in una zona gravemente bombardata durante la II Guerra mondiale. Fino al 1990, quest’area si trovava nella "Todesstreifen", la striscia della morte del Muro di Berlino. Il terreno, tranne due frammenti di case d’affitto, si trovava da anni in uno stato di totale abbandono, a causa dei bombardamenti e delle demolizioni del Dopoguerra. Per la sua progettazione Rossi si è rifatto all’antica struttura urbanistica della Friedrichstadt, con l’obiettivo di ricostruire un frammento della Berlino del primo Novecento, in gran parte caratterizzata dal tradizionale modello tipologico dell’isolato a corte delimitato da quattro vie. In base alla struttura particellare anteguerra, il blocco edilizio è stato scomposto in 12 sezioni, molto diverse tra loro per stile, dimensioni, forme, colori, materiali e tecnologie edilizie. Esse si presentano verso l’esterno con molte più facciate, a volte anche molto strette. L’unico elemento che unisce tutte le unità edilizie è lo zoccolo grigio dei piani bassi, che contrasta con i piani superiori dai colori molto forti (principalmente rosso e verde), tipici della produzione di Rossi. La ripresa dell’edilizia anteguerra, l’antica struttura particellare e l'altezza di gronda corrispondeva alle richieste dell’allora assessore Stimman inerenti la "kritische Rekonstruktion". Le facciate, sia esterne che sulle corti, presentano riferimenti tipologici che vanno dall’edilizia di età guglielmina alle forme del Razionalismo italiano e alle citazioni rinascimentali. La compresenza di stili storici e moderni, i dettagli particolarmente curati, gli infissi, le cornici, il bugnato cinquecentesco evidenziano la visione postmoderna di Rossi, combinata con l’uso di elementi in ferro, vetro e altri materiali della moderna tecnologia. I corpi di fabbrica interni creano quattro corti, concepite sia come luogo di vita interna (in particolare la grande corte alberata) sia come elemento di passaggio pubblico da un lato all’altro dell’isolato, con l’obiettivo di aprire l’architettura alla città. I prospetti, i tetti mansardati, l’ampio campionario di finestre, le torrette, le variegate forme delle coperture e, soprattutto, le proporzioni generali, evidenziano i forti legami con l’edilizia berlinese premoderna. Lungo la Schützenstraße sono stati restaurati e integrati anche i due frammenti edilizi posti sotto tutela, tra cui una vecchia casa d’affitto di età guglielmina in stile neorinascimentale. Come pendant di questa facciata, sempre sulla stessa via, l'architetto ha ricoperto l’altro frammento superstite dell’antico isolato, con la copia fedele di tre campate della facciata sul cortile di Palazzo Farnese, commissionato a Roma nel 1514 ad Antonio da Sangallo il Giovane e concluso da Michelangelo nel 1546. Nei quattro lati del blocco edilizio sono presenti molte facciate, ma in realtà sono sei diversi disegni che, alternativamente e con poche modifiche, si ripetono lungo tutto il perimetro, in modo da ottenere un certo equilibrio compositivo. Tutto ciò doveva doveva dare l'impressione che l’isolato si fosse sviluppato in epoche e modi diversi. Dietro le facciate, le singole particelle sono funzionalmente collegate fra loro; i piani hanno tutti la stessa altezza, in modo che gli spazi interni possano svilupparsi in modo continuo anche dietro a più facciate. Inoltre le singole unità sono internamente trasformabili, in modo che possano essere unite o ulteriormente suddivise a seconda delle esigenze degli utenti. L’intervento non ha però funzionato come previsto, in quanto già dalla fine degli anni Novanta gli edifici residenziali sono stati gradualmente convertiti in alberghi e in pensioni. Oggi solo una unità edilizia è adibita a residenza; il resto è occupato da uffici e unità commerciali. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)