LAUBER+WÖHR, American Business Center. Bürohaus Checkpoint Charlie / Quartier 201A, Berlin-Mitte, 1997-1999



AMERICAN BUSINESS CENTER AM CHECKPOINT CHARLIE, 1992
L’American Business Center è un grande complesso internazionale di servizi, attività commerciali, uffici, negozi di alta qualità e appartamenti di lusso, previsto sui terreni occupati in precedenza dalle strutture di frontiera della DDR che si affacciavano sul Checkpoint Charlie. Con la loro demolizione (1991), l’area venne quasi completamente liberata. L’investitore americano Lauder, col suo partner Palmer (ex ambasciatore degli USA in Ungheria), concepì l'idea di realizzare su questi isolati un centro direzionale e commerciale americano, in cui centinaia di aziende americane potessero insediarsi, per un totale di 3500 posti di lavoro. Per questo motivo venne creato il Central European Development Corporation-Grundstücks GmbH & Co Checkpoint Charlie KG, un consorzio tedesco-americano che ha sostenuto attività di privatizzazione di imprese di nuova costituzione sia in Germania Est che in Ungheria e nella Repubblica Ceca. Nel 1991 le autorità berlinesi approvarono il masterplan per l’American Business Center. Esso comprendeva quattro grandi isolati storici sulla Friedrichstraße, sui quali erano previsti grandi blocchi edilizi con una miscela di più funzioni che, nel loro insieme, dovevano di rivitalizzare quest’area, conferendole anche una nuova immagine urbana. Nell’ambito di questo progetto erano previsti un totale di 60.000 mq di uffici, 18.000 mq di negozi esclusivi, 15.000 mq di appartamenti di alto livello, 27.000 mq di superficie ad uso pubblico. A partire dall'architettura, passando poi per gli impianti tecnici degli edifici fino alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, si voleva caratterizzare il cuore di Berlino come centro direzionale e degli affari di molte società americane. Al centro delle esigenze dell’investitore c’era, fin dall’inizio, l'obiettivo di creare strutture terziarie e residenziali di grande flessibilità, in modo da potersi adattare nel tempo alle diverse esigenze dell'utenza di alto livello, e munite dei più sofisticati impianti elettronici. Per quanto riguarda invece gli aspetti formali, nei vari interventi è stata lasciata grande libertà di sperimentazione architettonica. I nuovi edifici dovevano però evitare gli elementi storicizzanti, per corrispondere invece allo spirito architettonico del XXI secolo. Come per l’intero comparto della Friedrichstraße, anche qui per gli edifici era richiesto il ripristino degli allineamenti storici e dell’altezza di 22 mt. Nell'estate del 1992 ebbe luogo il concorso ad inviti per la progettazione dei quattro interventi edilizi, a cui parteciparono 16 studi di architettura americani e tedeschi. Tra i partecipanti c’erano famosi studi come Childs (dello studio SOM), Wendy/Cobb Architects e Siegel&Associates di New York, Mayne (Morphosis) di Los Angeles. Per evitare di ottenere un’immagine urbanistica unitaria e monotona, per ogni intervento venne incaricato un diverso studio di architettura. Nell'ottobre 1992 vennero definiti i vincitori: Childs/SOM (Quartier 105), KSP Engel und Zimmermann Architekten (Quartier 200) e Lauber+Wöhr (Quartier 201A) per le aree degli affari e degli uffici; Bender+Glass Architekten (Quartier 201B) per l’isolato a carattere residenziale. L’isolato settentrionale tra Mauerstraße e Friedrichstraße (Quartier 106) è stato attribuito direttamente a Johnson. Tuttavia la realizzazione dell'intero progetto si è rivelata molto difficile. Solo dopo lunghe trattative con gli eredi degli ex proprietari delle aree, che vivevano a New York, nel 1994 iniziarono i primi lavori di costruzione. Il progetto andò però presto in bancarotta e solo i blocchi di Johnson e Lauber+Wöhr sono stati realizzati come previsto, ma solo entro il 1999. Il blocco residenziale, in origine previsto da Bender+Glass con appartamenti duplex di alta qualità, è stato ridotto e trasformato da Coenen. Il controverso Monumento alla Libertà (previsto nel Quartier 105) e la Galleria d'arte tedesco-americana (sul sito della ex Bethlehemkirche nel Quartier 106) non sono stati realizzati. Sulla piazzetta della Bethlehemkirche è stata installata la scultura urbana Houseball di Oldenburg e Van Brugen, che allude al fagotto con le suppellettili domestiche dei rifugiati boemi che si erano stabiliti qui sotto Federico Guglielmo I.

BÜROHAUS CHECKPOINT CHARLIE / QUARTIER 201A
Il progetto dello studio di architettura Lauber+Wöhr di Monaco si impose al concorso per la costruzione sul Quartier 201A. L’intervento si affaccia sulla Friedrichstraße, una delle strade più prestigiose di Berlino, davanti alla Philip-Johnson-Haus/Quartier 200. Occupa la parte occidentale di un isolato storico della Friedrichstadt, che è stato suddiviso in tre parti. La parte orientale, il Quartier 201B, è stato assegnato allo studio Bender+Glass Architekten di Berlino; il terzo settore è invece occupato da unità edilizie preesistenti. L’intervento del Quartier 201B (denominato Checkpoint Plaza) contiene la componente residenziale prevista per l’intero complesso dell’American Business Center, che, come in qualsiasi altra parte della Friedrichstadt, è stata fissata nel 20 per cento. Venne realizzato nel 1993-95, ma, per i gravi problemi finanziari che colpirono l’investitore, fu acquistato dalla Kölner Stadtsparkasse che incaricò Coenen di rielaborare il progetto in modo da ottenere unità residenziali più piccole, e quindi più numerose. La facciata principale del Quartier 201A occupa l’intero lato dell’isolato su Friedrichstraße, mentre la facciate minori si affacciano su Krausenstraße (lato settentrionale) e su Schützenstraße (lato meridionale). Si compone di più corpi di fabbrica che determinano internamente una corte più grande (a sud) e una più piccola (a nord), su cui si affaccia anche la costruzione preesistente. Al piano terra sono ospitati negozi e spazi commerciali, mentre nei sei piani superiori solo uffici di alta qualità. I luminosi e spaziosi negozi completamente vetrati, si estendono in parte anche nel piano seminterrato. Per quanto riguarda gli spazi destinati agli uffici, sono stati studiate, come richiesto dalla committenza, soluzioni spaziali che permettono la massima flessibilità ed elasticità, pur mantenendo un elevato livello funzionale. Gli uffici sono tutti cablati per la comunicazione di dati e per le conversazioni a distanza via cavo e in fibra ottica. Tra i locatari sono presenti l’Ufficio federale di statistica i-Punkt Berlino, l'Ufficio economico e commerciale della Regione amministrativa di Hongkong della Repubblica Popolare Cinese e la Sede degli addetti militare greci. Dal punto di vista architettonico, l’edificio si presenta come una costruzione modernista, in gran parte vetrata, con facciate strutturate orizzontalmente in lunghe fasce in alluminio e vetro. Le fasce in alluminio, corrispondenti ai davanzali dei locali, sono verniciate di bianco e contrastano visivamente con le lunghe finestre a nastro, sostenute e suddivise tra loro da un sottile reticolo in acciaio. Le vetrate, parzialmente apribili nella parte superiore, sono integrate con un sistema di deviazione della luce che permette alla luce naturale di penetrare in profondità verso l'interno della stanza. Oltre ai doppi pavimenti, gli uffici, accessibili mediante 5 ascensori, sono dotati di sistemi di aspirazione e ricambio d’aria. Nei due punti in cui la facciata è stata "tagliata" verticalmente, le superfici, scivolando e incurvandosi, hanno determinato due vuoti, uno sopra l'ingresso su Friedrichstraße, l’altro sull'angolo Friedrichstraße/Schützenstraße, che sono stati riempiti con balconcini metallici, in alcuni casi rientranti e in altri sporgenti rispetto al piano della facciata. L’aspetto caratterizzante la costruzione di Lauber+Wöhr è proprio la soluzione angolare su Friedrichstraße/Schützenstraße; in questo punto le lunghe fasce orizzontali della facciata principale assumono una forma curvilinea, al punto che si ha l’impressione che un intero settore della facciata stia per staccarsi e avvitarsi nel corpo edilizio. Sulla Friedrichstraße, nel punto in cui la struttura lineare è stata interrotta, è stata creata un’apertura entro cui è stato ricavato l’ingresso principale che porta alla hall, agli uffici e alle corti interne. Con questa soluzione, nella elegante hall si ottiene una grande luminosità. Si tratta di una impressionante zona con copertura vetrata che attraversa verticalmente l’intero corpo di fabbrica; quest’area può essere utilizzata anche per eventi e manifestazioni promozionali. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)