Aldo ROSSI, Landsberger Arkaden (ora Andel’s Hotel Berlin), Berlin-Lichtenberg, 1996-1999 / 2007-2009






Le Landsberger Arkaden sono un grande complesso architettonico progettato da Rossi su un isolato quadrangolare di 45.000 mq, delimitato dalla Landsberger Allee, da Storkower Straße e dai binari della S-Bahn. Fu concepito come una struttura plurifunzionale commissionata nel 1992 dalla società Peter & Isolde Kottmair di Monaco, contenente un centro commerciale con gallerie e caffè, una torre alta 15 piani per uffici e studi privati, residenze, un albergo con 160 posti letto, una scuola alberghiera. Il complesso è stato concepito come un’architettura monumentale collocata in una posizione strategica nel tessuto della città. Previsto di fronte alla trafficata S-Bhf Landsberger Allee, sorge lungo uno dei più importanti assi stradali che consentono, dalla zona orientale della città, l’accesso alla prima fascia del centro. Per questo motivo la costruzione fu concepita come la "Eingangstor von Lichtenberg", la porta d’accesso da Lichtenberg, la cui presenza avrebbe rivitalizzato quest’area semiperiferica e diventare un punto di riferimento nel tessuto urbano. Per determinare questa "parte di città", Rossi ha elaborato il progetto a partire da alcuni aspetti tipologici fondamentali dell’edilizia urbana berlinese, come il tradizionale modello a blocco che si sviluppa su un intero un isolato con grande corte quadrangolare interna a verde pubblico (Berliner Hof), la continuità lungo i fronti strada uniti dalla stessa altezza di gronda (24 mt) e i portali d’ingresso, elementi ritenuti il modello per la moderna pianificazione urbana. Il legame con la tradizione è accentuato anche dalle variegate forme delle coperture, dal movimento delle facciate determinato da aggetti e rientranze, con ultimi piani a mansarda arretrati dal fronte strada. I quattro prospetti sono molto articolati e composti da sezioni di varia altezza che rimandano a frammenti di "architettura della città […] in continuità storica" con la tradizione tardo-ottocentesca di Berlino. Lungo il perimetro sono presenti vari ingressi che permettono di penetrare nella corte alberata, dando vita a quel processo osmotico tra città e architettura, tra manufatto edilizio e verde, il cui giusto equilibrio è ritenuto condizione ottimale per la vivibilità nella grande metropoli moderna. Il portale maggiore è quello posto al centro del fronte principale su Landsberger Allee; è delimitato da due potenti colonne bianche alte 7 piani, reggenti una breve trabeazione. Questa grande apertura è in asse con la S-Bahnhof e ne diventa un suo prolungamento visivo per coloro che escono dalla stazione. La corte interna è concepite sia come luogo di vita pubblica sia come elemento di smistamento verso i locali pubblici e i corpi di fabbrica perimetrali. All’incrocio tra le due arterie viabilistiche principali, cioè sull’angolo Storkower Straße/Landsberger Allee, è disposta la torre, concepita come richiamo visivo e motivo urbanistico dominante della costruzione. Essa termina in una cuspide piramidale ottagonale vetrata, sostenuta da un altro volume ottagonale. La torre è frutto di un repertorio di elementi tratti dalla storia medievale in poi, la cui soluzione formale riprende quella del Teatro del Mondo, presentato da Rossi alla Biennale di Venezia (1980). Come in altri suoi interventi berlinesi, le facciate sono organizzate dalla combinazione di pochi e semplici volumi primari, cromaticamente definiti da colori forti come giallo-ocra, verde, rosso, bianco, bruno. Nelle campiture delle pareti sono aperte con regolarità finestre quadrate e rettangolari con telaio bianco a croce. Per quanto concerne il materiale, la costruzione doveva essere rivestita col tradizionale klinker berlinese e con intonaco, i cui diversi colori dovevano metter in evidenza l’incastro tra i volumi che compongono la costruzione; erano inoltre previsti parti in ferro e vetro, fasce in ceramica e materiali lapidei. Per una serie di motivazioni economiche, il progetto di Rossi non è mai stato ultimato, ed è stato oggetto di numerose vicissitudini durate ben 17 anni.

ANDEL’S HOTEL BERLIN, 2007-2009
Progettata nel 1993, la costruzione di Rossi fu iniziata nel 1996. Nel 1997 i proprietari vendettero la costruzione ad nuovo proprietario che intendeva ultimare il centro commerciale, ma i lavori vennero sospesi nel 1999. I committenti risolsero il contratto in quanto nel frattempo erano sorti nei dintorni altri centri commerciali. Il rustico dei Landsberger Arkaden cambiò negli anni successivi più volte proprietà. Nel 2000 l’area venne venduta ad un nuovo investitore, che però intendeva realizzarvi un centro congressi, ma nel 2003 i lavori vennero di nuovo sospesi. Un nuovo investitore intendeva trasformare la struttura già realizzata nel nuovo Municipio del distretto di Lichtenberg, ma anche questa proposta fallì. Il successivo proprietario intendeva progettarvi un hotel e centro congressi, ma, a causa di insolvenza, nel 2004 la proprietà passò nelle mani della Landesbank Sachsen. Lasciato per anni in uno stato di abbandono, lo scheletro dell’edificio di Rossi ha caratterizzato la Landsberger Allee ergendosi come un imponente rudere architettonico, tanto che venne definito come un "mostruoso gigante grigio" e un "monumento della megalomania". Lo scheletro in cemento di questa costruzione, il più grande fallimento immobiliare della Berlino moderna, rimase in uno stato di abbandono per circa 10 anni. Nel 2006 il terreno, compreso il rustico, venne messo all’asta e acquistato dalla UBX 1 Berlin GmbH, un consorzio austro-tedesco composto dalla UBM Realitätenentwicklung AG e dalla austriaca Warimpex Finanz- und Beteiligung AG, attratti dalla posizione strategica del lotto. La costruzione di Rossi venne però giudicata ormai superata sia architettonicamente che per quanto riguarda il suo utilizzo pubblico. Venne preferita la funzione alberghiera, gestita dalla società Vienna International che vi realizzò l’Andel’s Hotel Berlin, un complesso alberghiero di lusso a quattro stelle. Lo studio berlinese Seeger-Müller venne incaricato di occuparsi del progetto architettonico, mentre lo studio londinese Jestico+Whiles della progettazione degli interni. I lavori iniziarono nel 2007 e l’hotel, con 557 camere e suite disposte su 10 piani, venne inaugurato nel 2009. Nella stessa struttura alberghiera sono presenti sale per conferenze a due piani per un’estensione di 4.500 mq, spazi per esposizioni, una sala da ballo, un centro fitness e 550 posti auto e 15 posti per pullman interrati. Rispetto al progetto originario, il complesso ha subito consistenti modifiche, sia funzionali che formali. L’edificio è ora completamente privatizzato con unica funzione alberghiera. Il disegno iniziale di Rossi lo si percepisce oggi solo nella severa volumetria d’insieme, mentre i quattro prospetti sono stati uniformati e semplificati, e i colori forti sono stati accantonati. Le nuove facciate sono ora bianco-grigie decorate con finestre dai pannelli verdi e blu. Dal punto di vista percettivo viene ancora sottolineato l’aspetto volumetrico e simbolico della torre angolare alta 14 piani (pari a 67 mt), completamente rimodellata nel suo aspetto formale; sulla sommità spiccano il nome dell’hotel e una grande vetrata panoramica. All’ultimo piano, completamente vetrato, si trova lo Sky-Bar, da cui si può ammirare dall’alto la città fino ad Alexanderplatz. Gli ultimi piani del fronte principale su Landsberger Allee, previsti a carattere residenziale, sono stati chiusi; stessa sorte è toccata al gigantesco portale centrale. La corte quadrangolare interna è stata coperta e trasformata per realizzarvi la sala da ballo e gli spazi per l’intrattenimento. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)