Hans KOLLHOFF, Daimler-Chrysler-Hochhaus / Kollhoff-Tower, Berlin-Tiergarten, 1997-2000




È l’opera con la quale Kollhoff si è imposto come una delle personalità più significative del panorama architettonico contemporaneo. L’edificio occupa un lotto triangolare ad angolo acuto con la punta rivolta su Potsdamer Platz. Alto 101 mt, è tra gli edifici più alti di Berlino. Fa parte del complesso di grattacieli che si affacciano sul lato ovest della piazza. In coppia con la Bürohaus DEBIS di Piano, costituisce una sorta di porta urbana sulla Alte Potsdamer Straße. Un'altra sorta di porta urbana la crea con la DB-Bahntower di Jahn, sulla Potsdamer Straße, la via che conduce direttamente al Kulturforum. Rispetto ai due laterali, esso si distingue soprattutto per la sua imponenza, tanto che la sua massa architettonica attrae su di se lo sguardo di chi si trova sulla piazza. Dal punto di vista tipologico, la costruzione è una fusione fra un isolato con corte interna (di forma triangolare) ed il tipo a torre. Il basamento è rivestito da lastre in granito grigio-verde; qui è presente un porticato pubblico a due piani su cui si affacciano negozi e locali pubblici; il basamento svolge anche la funzione visiva di definire con precisione il perimetro dell'isolato. Tra le due ali divergenti è stato ricavato un atrio pensile vetrato a sei piani che serve per dare aria e luce agli ambienti dei piani superiori. In realtà l'edificio è una torre solo sulla piazza, in quanto la parte posteriore si abbassa a gradoni fino ad allinearsi all’altezza di gronda delle costruzioni limitrofe, così come previsto dal piano generale per l'intero comparto della Daimler Chrysler. Visto dal retro, l’edificio è alto 7 piani, per poi salire a 13 e infine ai 25 piani sulla piazza. Le diverse altezze hanno prodotto dei tetti-giardino e un "loggiato" pubblico superiore, da cui è possibile avere una veduta globale della città. Le due strade laterali, Potsdamer Straße e Alte Potsdamer Straße, diverse tra loro per sezione e per funzione, hanno influito sulla diversa articolazione dei due fronti strada. La prima, un largo asse urbano ad alta densità di traffico, ha determinato un’altezza superiore di due piani per ogni salto di livello rispetto a quella sulla via pedonale interna, una starda alberata e dalla sezione minore. Il prospetto su Potsdamer Straße presenta ulteriori gradoni e sporgenze che ne accentuano la sua plasticità. Con questa combinazione di volumi, Kollhoff è riuscito a mantenere l’"effetto-torre"; inoltre la punta è stata "tagliata" verso la piazza, ottenendo una facciata asimmetrica. Come altri edifici del quartiere, anche questa costruzione è stata completamente rivestita, ma alla terracotta color ocra è stato preferito il pannello in klinker rosso-bruno, tipico della tradizione berlinese del primo Novecento. Nella composizione delle facciate, anche quella minore su Varian-Fry-Straße, le diverse zone sono strutturate da una fitta intersezione di linee orizzontali e verticali, il cui sistema compositivo si basa sulla combinazione di bifore e trifore racchiuse tra lesene e le lunghe fasce dei davanzali. La loro orditura, sebbene elementare, produce una grande varietà di trame, caratterizzate da sottili variazioni di allineamento ad ogni gradone. Negli ultimi due livelli, dove si trova il loggiato panoramico, il ritmo è accentuato dalla rapida ripetizione degli elementi verticali. La loggia superiore presenta rifiniture dorate che risaltano sullo sfondo bruno del klinker. Nel suo insieme, la presenza di questi sottili elementi verticali, insieme alle volumetrie semplificate dai profili taglienti, svolgono la funzione visiva di slanciare "goticamente" la torre verso il cielo. L’architetto ha inteso realizzare un’architettura più "urbana" che suggerisce un senso di solidità e resistenza, rifacendosi sia all’edilizia tardo-ottocentesca berlinese e all'architettura industriale tedesca in mattoni, sia ai primi grattacieli della tradizione americana. Negli anni 2009-10 le facciate in klinker, che venivano attraversate dall’umidità, che col gelo avrebbero provocato la caduta di parti di superficie, hanno subito un lungo lavoro di riparazione. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)