Renzo PIANO, Sistemazione urbanistica Daimler-Chrysler-Areal, Berlin-Tiergarten, 1992-2000






Potsdamer Platz, nodo viario e sede dei terminali delle più importanti linee ferroviarie internazionali che facevano capo a Berlino, raggiunse un'importanza leggendaria durante i primi decenni del Novecento. Dopo essere stata il cuore di Berlino e la piazza più trafficata d'Europa, con la costruzione del Muro, si era trasformata in una vasta area vuota e abbandonata. Ma con l’abbattimento del Muro, l’area si è venuta improvvisamente a trovare in un punto nodale della città riunificata. Nel 1990, il Senato di Berlino divise l’area attorno alla piazza vera e propria, in quattro grandi isolati, da vendere separatamente a quattro diversi investitori. Per garantire la desiderata ripresa di questa parte di città, nel 1991 venne indetto, in collaborazione con l'Assessorato all’edilizia di Berlino, il "Concorso pubblico di idee per Potsdamer Platz / Leipziger Platz", a cui furono invitati 16 studi internazionali di architettura. Doveva essere messo in pratica il concetto di "Area a destinazione d’uso mista" con residenza, commercio, uffici privati, tempo libero e intrattenimento, secondo un modello urbanistico innovativo. Evitando la monofunzionalità, si voleva garantire che il nuovo "centro" di Berlino rimanesse vivo giorno e notte. Il concorso suscitò un interesse mondiale, in quanto in nessun altro luogo era stata offerta l’opportunità di progettare un intero quartiere (480.000 mq) nel cuore di una metropoli. Venne scelta la proposta dello studio Hilmer+Sattler, in quanto le loro linee-guida si opponevano nettamente al modello americano della metropoli con una concentrazione di alti grattacieli, a favore invece di una fitta edificazione di altezza media, corrispondente alla tipologia della città europea. Solo sulla Potsdamer Platz si dovevano concentrare torri edilizie ma non più alte di 90/100 mt. Inoltre, per ricollegarsi ai modelli compositivi tradizionali e al tracciato stradale storico, vennero concepiti isolati edilizi di 50x50 mt, con costruzioni non superiori a 10 piani, separati da strade larghe 17 mt. Questa immensa area era stata nel frattempo acquistata da investitori multinazionali e gruppi finanziari. La Daimler-Chrysler (allora ancora Daimler-Benz AG, proprietaria del marchio Mercedes) aveva già deciso nel 1989, poco prima della caduta del Muro, l’acquisto e l’edificazione di una vasta area urbana. Insieme alla realizzazione delle aree limitrofe, acquistate dalla Sony, dalla ABB-Roland Ernst e dalla Delbrück&Co., l’intera area urbana a sud di Tiergarten si è trasformata, nel giro di pochi anni, in un enorme campionario dell’architettura contemporanea. Negli anni 1996-2000 il Sony Center, che occupa il grande lotto triangolare di 26.500 mq delimitato da Bellevuestraße, Ben-Gurion-Straße e Potsdamer Straße, con vertice su Potsdamer Platz, è stato realizzato dallo studio Murphy/Jahn, su commissione della multinazionale giapponese Sony. Negli anni 1997-2002 è stato realizzato il Park Kolonnaden da vari architetti secondo il disegno urbanistico elaborato da Grassi, vincitore del concorso del 1993; occupa l’area ABB-Roland Ernst, che si estende tra Potsdamer Platz e Bernburger Straße, su un lotto lungo e stretto tra Köthener Straße e il Tilla-Durieux-Park. Negli anni 2000-2004 è stato realizzato, sull’area triangolare Lenné-Dreieck, il Beisheim Center, da parte di diversi investitori (Otto Beisheim, Bischoff&Compagnons, Bankhaus Delbrück e Atricom Immobilien). Questo lotto storico, delimitato da Lennéstraße, Ebertstraße e Bellevuestraße, è stato edificato da vari architetti seguendo il masterplan elaborato da Hilmer+Sattler nel 1996. Tra l’area Daimler-Chrysler e l’area ABB-Roland Ernst si estende il Tilla-Durieux-Park, la nuova fascia a verde attrezzato, lunga circa 500 mt, sull’area che in passato era occupata dalla famosa Potsdamer Bahnhof. Con questo enorme intervento, la città di Berlino ha realizzato un nuovo centro urbano, non solo della vita economica, ma un quartiere-manifesto che rappresenta l'immagine dinamica della nuova capitale tedesca all’inizio del Duemila. Come più volte nel corso del Novecento, ancora una volta Berlino è stata campo di sperimentazione e di innovazione architettonica, a cui hanno contribuito le maggiori firme internazionali.

DAIMLER-CHRYSLER-AREAL, Renzo PIANO, 1992-2000
Sulla base delle linee-guida contenute nella proposta vincitrice dello studio di architettura Hilmer+Sattler, che interessava l’intera area attorno a Potsdamer Platz, il gruppo industriale della Daimler-Chrysler promosse un concorso internazionale per l’edificazione dell’area di sua proprietà. La superficie di concorso, di circa 68.000 mq, è delimitata a nord dalla Neue Potsdamer Straße (al confine con l'area Sony), a ovest dal Kulturforum, a sud dal Landwehrkanal, a est dalla Linkstraße (che la divide dal Tilla-Durieux-Park). In netto contrasto col modello urbanistico dello zoning funzionalista, il bando richiedeva la realizzazione di una zona a destinazione d'uso mista. Si voleva quindi evitare la monofunzionalità e garantire una utilizzazione degli spazi urbani lungo l'arco delle 24 ore. Il concorso suscitò grande interesse; si trattava infatti di una occasione unica: la progettazione di un intero complesso urbanistico collocato nel cuore di una importante metropoli. Nel 1992 la vittoria fu assegnata alla proposta Piano/Kohlbecker, ritenuta la più convincente, sia per il modo con cui si intendeva edificare i lotti interni sia per la soluzione con cui il Kulturforum veniva messo in comunicazione con la prevista edificazione a blocchi presso la Potsdamer Platz. Discende dai progettisti l’idea di aprire l’attuale Marlene-Dietrich-Platz, creazione che ha conferito nuova vitalità alla Alte Potsdamer Straße, che nel 1968 era stata tagliata in due dal complesso della Staatsbibliothek. La progettazione urbanistica complessiva e la supervisione artistica dell’intero complesso fu assegnata a Piano, che affidò la progettazione dei singoli interventi a vari studi professionali, tra cui Kollhoff, Moneo, Rogers e Isozaki. Con riguardo ai tracciati stradali preesistenti e con l’aggiunta di nuovi percorsi (alcuni solo pedonali), è stata creata un’enorme "isola architettonica" composta da 19 costruzioni a blocco (di cui 8 progettate dallo stesso Piano), divisa in due grandi settori separati tra loro dalla Alte Potsdamer Straße. L’area è costituita da edifici formalmente e cromaticamente diversi tra loro, separati da stradine, passaggi pedonali, viali alberati, piazzette. Tra i vari isolati è presente anche una nuova rete di piccoli canali e specchi d'acqua. Nella parte sud c’è il nuovo lago triangolare che, collegato al Landwehrkanal, accentua il rapporto tra architettura storica e architettura moderna, per continuare poi come canale che riappare nella Marlene-Dietrich-Platz e si conclude al margine nord dell'area. Seguendo le indicazioni del masterplan di Hilmer+Sattler, sono stati creati isolati quadrati e una edificazione non superiore ai 10 piani. Dal punto di vista architettonico è stata utilizzata una tipologia che reinterpreta in chiave attuale la tradizione degli edifici berlinesi a corte (i cui cortili, con coperture sia aperte che vetrate, formano grandi atri che danno luce agli uffici e alle residenze), mentre il tipico centro commerciale americano localizzato in periferica è stato trasformato in "strada commerciale" nel centro urbano (Potsdamer Platz Arkaden) e integrato con le altre funzioni urbane, mediante sovrapposizioni e intersezioni edilizie. Anche i materiali utilizzati per creare i vari edifici sono diversificati tra loro per colore e qualità, come piastrelle in terracotta, klinker, granito, marmo, vetro e alluminio, il tutto per evitare la monotonia e il senso di desolazione presenti in molti quartieri moderni. L’edificazione dei grattacieli di testa su Potsdamer Platz (di Piano e Kollhoff) e di quello della DEBIS-Haus sul Landwehrkanal, si stagliano sul complesso delle costruzioni e costituiscono un nuovo riferimento e punto di orientamento nel panorama urbano berlinese. Circa il 50% dello spazio costruito è oggi adibito ad uffici privati, il 30% a commercio, ristorazione e attività culturali, il 20% ad abitazioni. Quasi 10.000 persone abitano e lavorano negli edifici sorti sull’intera area. Negli spazi liberi, lungo i corsi o negli specchi d’acqua, sono presenti opere della Public Art eseguite da Tinguely, Haring, Rauschenberg, Koons. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)