John HEJDUK, Stadtvilla am Tegeler Hafen, Berlin-Tegel, 1987-1989





Fa parte del Wohnanlage am Tegeler Hafen, il grande insediamento residenziale composto da sette Stadtvillen (ville urbane da 4 a 6 appartamenti ciascuno), da tre Wohnschlangen (edifici residenziali dalla planimetria ondulata) e dal Wohnhof centrale di Moore+Ruble+Yudell. La costruzione di Hejduk è posta sulla punta ovest di Am Tegeler Hafen. La sua presenza in questa posizione segnala un angolo dell’insediamento, dove iniziano sia i percorsi interni che la "promenade" verso il bacino portuale. In questa costruzione Hejduk ha perseguito la forma geometrica assoluta, creando una scatola fortemente geometrizzata la cui forma è ridotta all’essenziale. L’edificio consiste nell’accostamento di due corpi gemelli disposti simmetricamente ai lati della scalinata centrale comune che porta direttamente al piano superiore. Si sviluppa su due piani e occupa una base quadrata di 16x16 mt e alta 16 mt, quindi inseribile in un cubo. I due corpi hanno una copertura a capanna dalla pendenza molto ripida, che in facciata formano dei frontoni allungati. L’ingresso avviene attraverso un percorso coperto che si apre sulla via con una tettoia. Con questi ingressi e con queste scalinate, Hejduk ha ottenuto otto appartamenti con accessi indipendenti. La facciata è ad intonaco grigio chiaro con finestre quadrate verniciate di verde. I lati maggiori, a est e a ovest, presentano balconi. I tetti sono ricoperti da lamiere zincate da cui sporgono le prese per l'illuminazione e la ventilazione dei sottotetti. Le gronde sono decorate con punte e stelle metalliche. L’elemento architettonico più vistoso è il vano scala verde disposto esattamente al centro della pianta, che, visto dall’esterno, sembra quasi una torre d’avvistamento. La semplicità riguarda però tutti gli elementi che compongono la costruzione, come per esempio gli ingressi, le tettoie trasparenti, le finestre e i lucernari sul tetto. L’astrazione formale è accentuata dalla levigatezza monocromatica delle superfici, dall'assenza di ornamenti, dalla riduzione al minimo dei profili e dall’uso di pochi colori. Come nell’altro suo intervento berlinese, il Wohnbebauung mit Atelierturm, in Berlin- Kreuzberg, l’architetto ha adottato anche qui una forte semplificazione cromatica, determinata dall’accostamento del grigio chiaro delle pareti e della copertura, con il verde dei telai delle aperture, dei balconcini e del camino. Per questa scelta cromatica, Hejduk sostenne di essersi ispirato alla poesia "Himmel Berlins" di Rilke; successivamente riferì anche che questi colori sono "un omaggio al cielo di Berlino e al suo paesaggio urbano". L’architetto ha conseguito la composizione combinando tra loro, lungo assi di simmetria orizzontali e verticali, volumi archetipici e dettagli metallici in grado di suscitare nell’osservatore un senso di stupore e di disorientamento. Essi risvegliano negli spettatori, soprattutto berlinesi, ricordi e associazioni con la "casa tedesca" sostenuta dal Movimento per la tutela del patrimonio artistico della prima metà del XX secolo; la torre centrale e le prese d’aria inclinate alludono invece alle torri di controllo lungo i muri di cinta, con le canne dei cannoni che sporgevano e con i fili spinati (il cui richiamo è riscontrabile lungo i bordi della copertura in zinco). Collegati nella parte inferiore, ma superiormente separati, la coppia di ville può ricordare una coppia di gemelli siamesi; questa unione, e contemporaneamente questa divisione, sebbene immersa in una idilliaca residenza nel verde, ricorda la dura realtà tedesca degli anni Ottanta, con la brutale divisione tra le due Germanie, con la torre centrale che allude alla torre di guardia di confine. Come negli altri suoi interventi berlinesi, anche qui si respira l’atmosfera che gravava su una città prima distrutta dai bombardamenti, e poi divisa politicamente e fisicamente. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)