Rem KOOLHAAS, Wohnhaus am Checkpoint Charlie, Berlin-Kreuzberg, 1987-1990



BLOCK 4, 1984-1991
La Wohnhaus am Checkpoint Charlie è stata realizzata nell’ambito dell’IBA 87. Si trova sul lato orientale del Block 4, un isolato storico della Südliche Friedrichstadt delimitato da Zimmerstraße, Friedrichstraße, Kochstraße e Wilhelmstraße. L’obiettivo urbanistico dell’IBA per la Südliche Friedrichstadt era stato definito nel concorso internazionale ad inviti indetto nel 1980. Gli obiettivi erano: ripristinare la struttura urbana storica, caratterizzata dalla planimetria reticolare con i suoi tipici isolati edificati lungo tutto il perimetro (Blockrandbebauung); incentivare l’utilizzo misto lavoro-residenza nel centro città. L’area, segnata dalle gravi distruzioni belliche, negli anni Settanta era caratterizzata da una composizione edilizia molto eterogenea e frammentata, con isolati ricostruiti in modo disomogeneo a partire dagli interventi edilizi degli anni Cinquanta/Sessanta. Un vertice del Block 4 era determinato dall’incrocio Kochstraße/Friedrichstraße, la cui struttura urbana ed edilizia era stata distrutta durante la II Guerra mondiale; un lato si affacciava invece lungo la Zimmerstraße, dove in quegli anni correva ancora la "striscia della morte" che divideva fisicamente Berlino Ovest dalla DDR; al centro di questa trama edilizia si trovava il Checkpoint Charlie. Tra i pochi edifici storici superstiti, si intendeva salvaguardare in particolare la cosiddetta "Barockhaus" (sull’angolo Friedrichstraße/Zimmerstraße) del XVII secolo. Per il Block 4 l’IBA formulò le sue idee-guida nel 1980, in particolare per l’angolo Kochstraße/Friedrichstraße, i cui obiettivi erano: il recupero architettonico dell’isolato nei pressi del Muro e l’incentivazione della funzione residenziale lungo queste vie molto trafficate. In fase di progettazione questi obiettivi furono ampliati prevedendo anche la realizzazione di alloggi sperimentali come offerta per una diversa qualità dell’abitare in città, tenendo però anche conto delle esigenze ecologiche e della situazione particolare di un passaggio di confine. Nel 1980/81 l’OMA (guidato da Koolhaas e Zenghelis) fu invitato al concorso "Vivere e lavorare nella Südliche Friedrichstadt" nell’ambito dell’IBA 84. Obiettivo del concorso era lo sviluppo di progetti per i quattro isolati delimitati da Zimmerstraße, Wilhelmstraße, Puttkamerstraße e Charlottenstraße, divisi internamente dagli assi Friedrichstraße e Kochstraße, perpendicolari tra loro. A questo scopo OMA elaborò un piano urbanistico in cui integrava gli edifici esistenti con la costruzione di tipi edilizi derivanti dalle esperienze residenziali del Razionalismo europeo, dalle case di Mies van der Rohe agli edifici in linea di Hilberseimer. OMA ricevette un premio speciale per le "proposte artistiche e per il pragmatico approccio", ma il progetto fu poi ritenuto irrealizzabile. Ne conseguì la revisione della proposta da parte dei vincitori del concorso e la distribuzione dell’intervento a più partecipanti. Il piano urbanistico presentato per il Block 4, venne comunque proseguito e il progetto di OMA mantenuto fino all’ultimazione dei lavori, ma solo sotto la direzione di Zenghelis e Sauerbruch. Lo sviluppo architettonico sul lato occidentale dell’isolato, con affaccio su Wilhelmstraße, fu affidato ad altri studi di architettura che ricostruirono in forme sperimentali il perimetro dell’isolato; gli interventi, a partire dalla Zimmerstraße, furono: Wohnbebauung an der Zimmerstraße di Bartels+Schmidt-Ott; Wohnbebauung sull’angolo Wilhelmstraße/Zimmerstraße di Schürmann; Wohnbebauung sull’angolo Wilhelmstraße/Kochstraße di Grashorn+Flammang+Licker; Wohnbebauung an der Kochstraße di Faller+Muschalek+Schröder; Wohnbebauung an der Kochstraße+Torhäuser di Martorell+Bohigas+Mackay. OMA ricevette solo la particella centrale lungo la Friedrichstraße. Nel 1982 venne presentato il primo studio "Proposte di studio per lo sviluppo residenziale al Checkpoint Charlie". OMA avanzò in cinque varianti le possibili volumetrie edilizie e il mix tra le funzioni relative all’abitare e alle attività frontaliere. Nel 1984 fu scelto il progetto definitivo la cui costruzione, iniziata nel 1987, fu completata nel 1989/90.

WOHNHAUS AM CHECKPOINT CHARLIE, 1987-1990
L’intervento di Koolhaas chiudeva il lato est dell’isolato su Friedrichstraße, a pochi metri dal Muro, proprio di fianco alla cabina di polizia del Checkpoint Charlie. Il corpo edilizio è inserito a chiusura della cortina stradale, tra due edifici storici, senza però rispettarne le altezze di gronda. A causa degli spazi ristretti della Friedrichstraße in questo punto, l’edificio è arretrato rispetto alla cortina edilizia esistente, ciò anche per permettere le manovre di inversione dei bus. L’arretramento, l’uso dei materiali e, soprattutto, il suo stile architettonico marcatamente moderno, sottolineano il rifiuto da parte dell’architetto di armonizzare la nuova costruzione con quelle entro cui è inserita. Punto di partenza nella stesura del progetto fu la netta separazione tra la funzione militare e quella privata. L’edificio, alto sette piani, doveva ospitare sul piano stradale le strutture di servizio per l'espletazione delle attività di frontiera della polizia di confine (passaggi aperti e una sala d'attesa a due piani per il servizio d'autobus). Una piastra di copertura divideva nettamente questa parte dalla funzione residenziale. Nei piani superiori sono inseriti 31 alloggi a carattere sociale che, per evitare i disturbi dovuti dalla presenza di una zona trafficata, sono orientati verso l’interno. Sul fronte interno della piattaforma sono stati ricavati piccoli giardini abbinati agli appartamenti in duplex del primo e secondo livello, concepiti quindi come case in linea in pieno centro urbano. Nel terzo, quarto e quinto livello sono disposti alloggi su un piano che si affacciano su ballatoi interni; nel sesto livello si trovano attici accessibili da un portico separato. Gli ultimi due piani sono arretrati rispetto agli altri; l’ultimo livello, coincidente con l'attico, è chiuso da una lastra piana che sporge su Friedrichstraße. Sul lato sinistro è inserita la torre del vano scala, sporgente in alto ma allineata all’edificio adiacente. La facciata sulla strada è un piano verticale suddiviso orizzontalmente da finestre a nastro, ritmate da sottili telai metallici verniciati di color nero; tra una vetrata e l’altra scorre una fascia metallica nera. I ballatoi vetrati al quarto e quinto livello sono invece evidenziati da una struttura sporgente a due piani che sostiene lamelle vetrate inclinate. La chiusura superiore è formata da un’ampia lastra di copertura perforata da fori circolari dai quali filtrano fasci di luce naturale, ma messa di sbieco rispetto al filo stradale e sospesa nel vuoto; pertanto viene percepita dal passante come "pericolosamente instabile". La fronte sul cortile è a intonaco; le finestre e i balconcini sfalsati tra loro ad ogni piano e le scale sporgenti degli alloggi in duplex della parte bassa, evidenziano i diversi tagli delle unità abitative, così come richiesto dalla committenza. Nel suo aspetto esteriore l’opera mostra i suoi legami con l’estetica funzionalista, ma si caratterizza anche per le sue ironiche citazioni dall’architettura degli anni Cinquanta e dell’International Style (tra cui l’ingrandimento del MoMA di New York di Johnson del 1951; invece il previsto luogo di controllo al piano terra si rifà all’architettura dei distributori di benzina sulle autostrade americane, ma anche ai diner and drive-in). Per quanto riguarda le tipologie residenziali (duplex, a ballatoio, attici), hanno le loro origini negli interventi residenziali dell’architettura moderna olandese. La facciata con giardino, gli accessi, i formati delle finestre con i colori dei loro telai si riferiscono ad Oud. Con la caduta del Muro, il posto di frontiera divenne improvvisamente inutile. Con la soppressione della sua funzione di controllo, lo spazio a piano terra venne ridisegnato e trasformato in luogo commerciale; nel 1994 venne infatti completamente convertito a funzione commerciale. Dopo il 2011 sono stati effettuati lavori di trasformazione del colore delle pareti dei ballatoi e dei serramenti delle finestre. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)