Zaha HADID, Wohnhaus Degewo, Berlin-Kreuzberg, 1993-1994




WOHNHOF, Block 2, 1990-1994
Il Wohnhof è un complesso edilizio commissionato dalla Degewo e realizzato nella Südliche Friedrichstadt nell’ambito dell’IBA 87. Occupa una parte dell’isolato triangolare delimitato da Dessauer Straße, Stresemannstraße e Bernburger Straße. La zona si trovava in una condizione di abbandono, in quella che era l’allora periferia interna di Berlino; era presente solo la St. Lukas-Kirche sulla Bernburger Straße. Nel 1982 Ungers aveva presentato uno studio urbanistico per la Friedrichsvorstadt in cui, per mettere ordine ad un contesto disordinato e anonimo, aveva proposto un insieme di strutture edilizie a blocco. Nel 1985 l’IBA redasse un primo programma per il Block 2; nel 1986 un gruppo di lavoro fu incaricato di studiare una proposta di riqualificazione urbana con la creazione di un’edilizia ecologica; nel 1987 si raccomandò di creare anche corti interne e spazi gioco per i bambini. I punti centrali della pianificazione erano la creazione di abitazioni dalle forme sperimentali, alloggi per famiglie con disabili, piccole unità commerciali, uso di materiali ecologici e di un’edilizia a risparmio energetico, garage interrati, giardini interni e percorsi pedonali di collegamento. Dal punto di vista architettonico si doveva creare sulla Dessauer Straße una cortina edilizia di quattro piani, mentre sull’angolo Stresemannstraße/Dessauer Straße era richiesto un edificio alto 8 piani; l’interno doveva essere strutturato in tre corti collegate tra loro. Il piano è stato suddiviso in sei interventi contigui: Los 1 (Hadid), Los 2 (Warhaftig), Los 3 (Jachmann), Los 4+5 (Studio di architettura WADECO), Los 6 (Blake). Il Los 2 è costituito da una costruzione su 4 piani con facciata in laterizio e tre ingressi che portano agli alloggi e quello pedonale centrale alla corte. La facciata è organizzata in ampie finestre e aperture-balcone. Nella corte sono stati creati piccoli giardini con terrazze. Il Los 3 è un blocco chiuso con facciata in laterizio ma di un tono diverso da quello dell’adiacente Los 2. La composizione della facciata è determinata da una griglia in laterizio entro cui sono poste superfici quadrate azzurre e ampie aperture suddivise a loro volta in quadrati minori. Sulla corte rettangolare si affacciano alloggi con ampie finestre, logge e balconi vetrati. Il Los 4+5 si trova sull’angolo Dessauer Straße/Bernburger Straße e forma una corte trapezoidale con un lato ricurvo. Anche qui l’esterno è in laterizio, ma solo per i primi tre livelli. Sottili fasce in laterizio compongono una griglia che risalta sul fondo bianco delle aperture e del quarto livello completamente intonacato in azzurro. Lungo i lati sono presenti passaggi che mettono in collegamento le corti tra loro e con l’esterno. Le pareti sulla corte sono tutte intonacate di bianco e composte da logge, balconi, vetrate e finestre. Su Bernburger Straße sono presenti 5 negozi; nella parte alta della facciata ai aprono ampie logge; le superfici sono in parte intonacate di bianco, in parte in laterizio. Il Los 4 è diviso dal Los 5 da un’ampia rientranza che si sviluppa per tutta l’altezza della facciata. Il Los 6 consiste in un piccolo corpo di fabbrica che confina con la St. Lukas-Kirche. Al centro della facciata è presente uno "strappo" tra la superficie intonacata e quella in laterizio, allusione alla stratificazione presente nel paesaggio urbano di questa zona. La facciata è divisa in tre sezioni: le laterali sono completamente vetrate, quella centrale contiene l’ingresso, anch’esso vetrato sormontato da finestre a tutto sesto. È l’unico corpo edilizio dell'intero Wohnhof che presenta un tradizionale tetto a spioventi. L’inclusione di elementi classici e tradizionali negli edifici moderni, ha costituito un contributo alla "ricostruzione critica", in quanto elementi che si rifanno al patrimonio storico.

WOHNHAUS DEGEWO, 1993-1994
È stata la prima opera realizzata dalla Hadid in Germania. Progettata nel 1986-88, venne realizzata solo nel 1993-94. È un complesso per abitazioni e negozi realizzato sull'angolo acuto tra Stresemannstraße e Dessauer Straße. Per la sua realizzazione sono stati seguite le indicazioni che regolano l’edilizia sociale berlinese; per questo motivo l'architetto ha dovuto limitare la sua forte carica innovativa. La Hadid è comunque riuscita a proporre un edificio sperimentale formato da un incastro tra un corpo orizzontale ed uno verticale. Il lungo corpo edilizio su Stresemannstraße è sostenuto da due sottili pilastri in cemento armato, in cui è posizionato l'ingresso al parcheggio sotterraneo. Esso si sviluppa su tre livelli; il piano terra contiene unità commerciali, gli ultimi due sono occupati da 11 alloggi in duplex; l’esterno è svuotato orizzontalmente da due lunghe finestre a nastro. Questo corpo orizzontale "entra" nel blocco verticale. Si tratta di una torre di otto piani, sghemba e incombente sulla via, il cui profilo tagliente è ottenuto dall'accostamento di due piani. Essa fuoriesce a sbalzo dalla fragile struttura vetrata della base; inoltre, a seconda del punto di osservazione, le superfici, inclinate tra loro, sembrano spostarsi. La parete lungo la Stresemannstraße è ricoperta da fasce di metallo anodizzato color bronzo, simili a lastre di pietra, che inquadrano le aperture delle finestre che vi si affacciano; quella lungo la Dessauer Straße è invece leggera e trasparente in quanto formata da due sezioni vetrate con diverse inclinazioni; qui si trovano i soggiorni degli appartamenti che si affacciano sulla città. Lungo la Dessauer Straße è stato ritagliato uno stretto passaggio pedonale che introduce all’interno del complesso e verso le altre corti del Wohnhof, accessibili quindi da tutti i residenti e dai passanti. Nell’angolo interno della corte-giardino è stato inserito il vano dei collegamenti verticali; questo volume, che si nota subito per il suo colore rosso, è il perno attorno a cui ruotano i due corpi edilizi principali. Se osservato stando nel cortile, il prospetto ha un aspetto opposto a quello delle facciate esterne. Qui le pareti sono intonacate con colori vivaci. Sul corpo orizzontale sono disposti lunghi balconi in alluminio, mentre la copertura è organizzata a terrazzo-giardino. Dal punto di vista architettonico, l’edificio prende decisamente le distanze sia dal funzionalismo del Movimento moderno, sia dal recente contestualismo mimetico del Post-Modern europeo. Invece delle forme primarie postmoderne, la Hadid propone qui il recupero di elementi della tradizione moderna e razionalista (tra cui il tetto-giardino, la cellula duplex, la scomposizione neoplastica e, in particolare, le avanguardie russe dal Suprematismo al Costruttivismo). Il blocco edilizio è stato destrutturato in volumi accostati disordinatamente tra loro, che sembrano fluttuare nello spazio, con finestre e pareti sbieche, tanto da trasformare la costruzione in una scultura abitabile. La costruzione della Hadid domina l’immagine urbana della zona, caratterizzandosi per una spiccata direzionalità, tanto da essere paragonata ad una enorme freccia rivolta verso Potsdamer Platz. Contro le composizioni classiche, statiche e regolari, che impongono un unico punto di osservazione, qui è stata proposta un'architettura che, come in una sequenza cinematografica, costringe l’osservatore a spostarsi continuamente, stabilendo con l’opera sempre nuove relazioni visive. La fragilità statica dell’insieme, lo scontro tra volumi e materiali, le pareti inclinate, le lastre sospese e gli spigoli acuti comunicano metaforicamente la precarietà della vita contemporanea. Secondo le concezioni dell’autrice, la vita quotidiana e il lavoro nella società postindustriale saranno assoggettati a rapidi e continui cambiamenti; per questo motivo, i manufatti che accoglieranno queste funzioni, saranno composti da spazi fluidi che esternamente determineranno un’architettura dinamica. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)