Joseph Paul KLEIHUES, Piano generale della Internationale Bauausstellung, IBA Berlin, 1979-1987



L’Internationale Bauausstellung Berlin, o IBA Berlin, è stato un vasto intervento architettonico che si tenne nella parte ovest di Berlino. Rispetto alle sperimentazioni architettoniche del passato, l’IBA non intendeva costruire quartieri-modello da presentare alla critica internazionale, ma mettere in pratica il concetto di "esposizione di architettura" coinvolgente ampie parti di città, quasi tutte centrali. La decisione di organizzare una mostra di architettura, inizialmente prevista per il 1984, fu presa nel 1977 dal Senato di Berlino Ovest. Questa idea era stata sostenuta fin dai primi anni Settanta da Kleihues, dopo aver constatato i drammatici fallimenti dell’urbanistica funzionalista. Dopo i tragici bombardamenti della II Guerra mondiale, la ricostruzione berlinese era avvenuta seguendo una pianificazione affrettata e un'edificazione selvaggia. Gli anni Sessanta/Settanta hanno evidenziato la crisi e il fallimento degli ideali del Movimento moderno, sia in ambito residenziale che in quello urbanistico. È proprio dalla presa di coscienza di questi insuccessi che è nata l’idea di creare una mostra con la quale "ricostruire la città", da presentare nel giro di pochi anni all’opinione pubblica e alla critica specializzata. L’IBA si contrappose fin da subito dai concetti urbanistici elaborati dal CIAM e del modello dello zoning, per assegnare invece un primato alla morfologia urbana che si è venuta a configurare nel tempo, alla definizione di una forma complessiva della città entro cui si inseriscono le costruzioni. Una minor fiducia nell'idealismo razionalista, ha fatto preferire alla tematica delle Siedlungen-modello o dei quartieri dimostrativi, l'idea di un "collage" di architetture da integrare al tessuto urbano esistente, per dargli nuova vitalità. Nel 1978 venne quindi creato un comitato per l’organizzazione dell’IBA per organizzare questa esposizione internazionale imperniata sul tema "Abitare nel centro della città". Per la sua realizzazione fu appositamente fondata, nel 1979, la Bauausstellung Berlin GmbH. All'interno della città, l'IBA ha individuato alcune aree-campione, storicamente e tipologicamente significative, facendole oggetto di un'operazione esemplare di riparazione/ricostruzione. L'imponente programma di interventi fu suddiviso in due sezioni: da un lato l’IBA-Alt, ovvero un programma di riqualificazione e ristrutturazione di edifici esistenti, la cui direzione venne affidata a Hämer; dall’altro l'IBA-Neu, diretta da Kleihues, che si indirizzava a nuove costruzioni in alcune zone di grande importanza nel passato, come i quartieri della Südliche Friedrichstadt (in Kreuzberg), Tiergarten, Tegel e l’area attorno alla Prager Platz in Wilmersdorf. L’IBA-Alt, la parte dell’IBA meno nota alla pubblicistica internazionale, ha operato un "rinnovamento urbano cauto" in lotti degradati individuati soprattutto in Kreuzberg. Ha dato luogo a operazioni di riabilitazione di quell’edilizia storica particolarmente degna di nota, in zone che, negli anni Settanta, erano state al centro della questione abitativa. Le aree di intervento sono state individuate principalmente in zone distrutte e abbandonate della città, in modo particolare lungo il lato occidentale del Muro e lungo il Landwehrkanal. La progettazione condotta su queste aree si è proposta di restituire loro quell'identità urbana perduta dalle distruzione della guerra e dal successivo abbandono, e di ottenere una migliore qualità abitativa. In collaborazione con i privati, vennero iniziate numerose costruzioni, in molti casi completate soltanto molto tempo dopo; contemporaneamente vennero formulati alcuni principi-base che, dopo la caduta del Muro, diventeranno un riferimento per gran parte degli interventi successivi, sia a carattere architettonico che urbanistico. Si è trattato, in gran parte, di interventi residenziali, per circa 35.000 residenti della classe operaia e del ceto medio. L’inaugurazione, in origine prevista per il 1984, fu poi rimandata al 1987, in occasione del 750mo anniversario di fondazione della città. La ricostruzione di queste parti di città è avvenuta completando isolati esistenti che, spesso, presentavano lacerazioni e vuoti edilizi. Per dare un aspetto unitario alla città storica, venne richiesto dagli organizzatori di osservare alcune regole imposte dal contesto storico/urbanistico, come il Blockrandbebauung (isolato con edificazione perimetrale continua e con corte interna) e le altezze di gronda, senza tuttavia copiare i dettagli decorativi.

IBA-NEU, 1984/1987
Nel 1979 Kleihues venne nominato direttore della sezione IBA dedicata alle nuove costruzioni. Il concetto di una "ricostruzione a posteriori della città" è stato l’obiettivo che ha guidato Kleihues nella scelta delle aree di intervento. Nella sua visione, si trattava di intervenire con nuove costruzioni all’interno di aree edificate particolarmente "ferite" dalle distruzioni belliche, ma in armonia con la morfologia di Berlino. Le nuove costruzioni avrebbero dovuto inserirsi negli interstizi, in un dialogo tra forme della città storica (la strada-corridoio, l’isolato con corte interna, l’altezza unitaria) e interventi legati alle esigenze moderne. Questi lotti, inerenti la "nuova edificazione", sono stati individuati in gran parte nella Südliche Friedrichstadt, in Kreuzberg e in Tiergarten. Si trattava di aree di intervento diverse per caratteri e problematiche, alcune situate a ridosso del Muro, altre (Tegel, Prager Platz) più periferiche. Per quanto concerne Kreuzberg, i lotti presi in esame erano quelli da anni abbandonati, sia perché pesantemente bombardati, sia perché posti a ridosso del Muro. Il concetto chiave alla base dell'approccio di Kleihues è stato quello della "ricostruzione critica". Secondo l'architetto "la riscoperta delle leggi della città storica era indispensabile. Tuttavia, il concetto di ricostruzione si sta sempre più volgendo verso una celebrazione nostalgica del passato. È per questo che dobbiamo lottare per un nuovo, più ampio concetto di ricostruzione. [...] Parlo della necessità di una ricostruzione critica della città, che può avere successo solo sulla base di un’indagine razionale sugli elementi costitutivi della città". All’omogeneità e alla desolazione dell’edilizia funzionalista, Kleihues ha opposto il principio della diversità formale e cromatica fra le costruzioni, anche all’interno dello stesso intervento. Fin dall’inizio fu consentita, anzi incoraggiata, una grande diversità di scelte architettoniche, la combinazione di materiali edilizi storici e moderni e dei loro colori naturali. Per raggiungere questi obiettivi vennero coinvolti più di 200 studi di architettura provenienti da 15 diversi Paesi, dall’Europa agli USA. Per ricostruire l’atmosfera della città del passato, i progettisti sono stati invitati a "rispettare le tracce storiche e la disposizione edilizia tradizionale, a conservare le costruzioni esistenti". Per il raggiungimento di questi obiettivi, i nuovi interventi si dovevano rapportare e integrare al contesto, utilizzando materiali e forme sia moderni sia tradizionali. I nuovi edifici, contrariamente a quelli razionalisti, si sviluppano a filo dei marciapiedi, con le cortine continue sulla via, con corti e giardini interni, chiusi o con passaggi pubblici; sono presenti anche mansarde, piani sottotetto arretrati, colori vivaci, forme classiche, moderne e gotiche, giardini d'inverno vetrati, telai in legno verniciati, negozi al dettaglio e portici al piano terra. Gli interventi più famosi si sono rifatti a soluzioni formali che spaziano dalle Avanguardie degli anni Venti alle semplificazioni volumetriche neoclassiche. Le opere completate hanno visto il trionfo a Berlino del Post-Modern internazionale in tutte le sue varianti, da quelle ironico/eclettiche nordamericane a quelle più rigorose del Nuovo Classicismo europeo. I maggiori interventi ultimati (realizzati da grandi firme dell’architettura internazionale, tra cui Krier, Ungers, Hollein, Stirling, Gregotti, Rossi, Eisenman, Hejduk, Isozaki, Kleihues, Kollhoff, Siza, Botta, Koolhaas, Moore, Böhm, Hadid, Aymonino, Grassi) hanno dimostrato che l'architettura postmoderna non significava un semplice ritorno alla progettazione del singolo edificio al di fuori della visione urbanistica e idealistica del Razionalismo, ma hanno dimostrato che anche la nuova architettura può affrontare problematiche a scala urbana, sebbene con un'ottica legata alla cura del singolo edificio. Nel 1987 l’IBA presentò il risultato dei suoi lavori, definendosi come una sorta di "museo a cielo aperto" delle tendenze dell’architettura internazionale. La presenza di famosi architetti tedeschi e internazionali, le loro realizzazioni, i temi affrontati, le soluzioni sperimentate nel campo dell’edilizia residenziale urbana, hanno fatto di Berlino, come già negli anni Venti e nel 1957 in occasione dell’Interbau, la vetrina dell'architettura contemporanea. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)