Wils EBERT, Paul-Hertz-Siedlung, Berlin-Charlottenburg, 1962-1965






Complesso residenziale a carattere sociale realizzato secondo il piano urbanistico di Ebert, con la collaborazione di Weber e Gaulke. Occupa una vasta area quadrilatera nella parte settentrionale di Berlino; a ovest è delimitata dalla Kurt-Schumacher-Damm, a est da una vasta colonia di casette immerse nel verde, a nord dalla trafficata Heckerdamm, mentre a sud e a ovest da autostrade che la isolano dal resto della città. La progettazione di un primo insediamento denominato Siedlung Charlottenburg-Nord risale agli anni Cinquanta. Il distretto di Charlottenburg mise a disposizione questa vasta area per affrontare le urgenti esigenze abitative di circa 17.000 persone. Nel 1959 la Gemeinnützige Wohnungsbau-Aktiengesellschaft Groß-Berlin (GEWOBAG) acquistò i terreni e indisse un concorso di architettura con l'obiettivo di creare un insediamento per 7.000 persone. Nello stesso periodo erano in costruzione anche i raccordi autostradali in Goerdelerdamm e in Kurt-Schumacher-Damm. Entro il 1964 furono realizzati, in tre fasi, 2.616 alloggi a carattere sociale. L'insediamento fu completato nel 1965 con edifici in linea a 2 piani con 70 appartamenti per anziani, posti nel parco centrale. Nella progettazione, Ebert, già allievo e poi collaboratore di Gropius, mise in pratica alcuni principi legati all’urbanistica funzionalista. Il complesso è concepito come un grande insieme autosufficiente e completamente isolato dal centro città. È architettonicamente omogeneo e si compone di corpi edilizi isolati, tutti uguali tra loro, inseriti ordinatamente entro una precisa griglia geometrica. I vari blocchi edilizi sono rivolti gli uni verso gli altri e senza alcun rapporto diretto con la strada; con ciò veniva veniva messo in pratica il concetto urbanistico della "aufgelockerte Stadt", la città diradata con edifici in linea immersi nel verde e rete stradale composta da vie principali esterne e strade secondarie a fondo chiuso che portano alle unità edilizie interne. Per lo più si tratta di edifici in linea a 4 piani e, in misura minore, di torri edilizie a 8 piani poste nei lotti perimetrali. Alcuni edifici, previsti inizialmente fino a 13 piani, furono abbandonati su richiesta delle autorità Alleate, per la vicinanza con l'aeroporto di Tegel. Furono oggetto di pianificazione anche impianti e servizi necessari alla vita di comunità. Nella realizzazione sono stati raggiunti obiettivi quali il teleriscaldamento mediante un apposito impianto della azienda elettrica GASAG; l’utilizzo di elementi edilizi prefabbricati; l’impianto di smaltimento dei rifiuti mediante inceneritore (ma chiuso qualche anno dopo a causa delle elevate emissioni). L’utilizzo di elementi prefabbricati rispecchia le metodologie progettuali riprese dal processo industriale, fondate sulla ripetizione di elementi identici, accostati tra loro al fine di abbattere i prezzi di costruzione. Le attrezzature previste furono ultimate solo nel 1966, cioè alcuni anni dopo l’arrivo dei residenti. In costruzioni basse, furono messi a disposizione dei residenti due impianti di lavanderia (poi trasformati in centri di riunione per il quartiere), appartamenti per la foresteria e un centro per bambini. Il nome della Siedlung ricorda l'economista e senatore Paul Hertz; le strade portano i nomi di combattenti della resistenza contro il Nazionalsocialismo. Il quartiere era collegato con bus e tram col centro città, con la Siemensstadt e con Spandau; solo nel 1980 fu collegato alla U-Bahn tramite la stazione di Jakob-Kaiser-Platz. Nel 1989 i residenti si opposero alla creazione di 300 nuovi alloggi, da parte della GEWOBAG, al di sopra degli edifici esistenti. Malgrado le proteste, negli anni 1992-1996 vennero effettuati i lavori di innalzamento degli edifici a 4 piani, che portò alla creazione di 500 nuove unità abitative e quindi ad un aumento della densità edilizia. Con questi interventi il quartiere si compone ora di 3.200 alloggi. Nel 2000 vi abitavano circa 6.000 inquilini, di cui quasi il 14% di origine straniera; negli ultimi anni c’è stato un forte afflusso di inquilini russi. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)