LE CORBUSIER, Unité d'Habitation Typ Berlin, Berlin-Charlottenburg, 1956-1958






È la proposta edilizia con cui Le Corbusier ha partecipato all'Internationale Bauausstellung Berlin del 1957. A causa delle le sue enormi dimensioni, venne realizzata lontana dall’area dell’Hansaviertel, nei pressi dell‘Olympia Stadion. Si trova all’interno di un parco delimitato a sud dalla Heerstraße e a nord dalla S-Bahnhof Olympia-Stadion; si affaccia su Flatowallee ed è circondata da lotti con villette isolate. Come modello abitativo di vita urbana per la società contemporanea, l’architetto ha riproposto l’Unité d’Habitation già sperimentata in precedenza in Francia, in cui aveva sintetizzato le sue ricerche in campo sociologico, urbanistico e ingegneristico. Rispetto all’originale, rappresenta però una variante, appunto il "Typ Berlin". Fu concepita come unità autonoma e autosufficiente, con al suo interno alcune funzioni da sempre distribuite nello spazio urbano (la strada, i negozi, le attrezzature collettive) creando così un microcosmo urbano. È rigorosamente orientata in direzione N-S, alta 17 piani, con 530 cellule abitative per circa 1.600/1.800 abitanti. Il gigantesco blocco in cemento armato, lungo 142 mt, alto 53, largo 23, è sollevato di 7 mt dal terreno da enormi coppie di piloni cavi, al cui interno sono alloggiate le canalizzazioni degli impianti tecnici. Questi imponenti pilastri non hanno alla base le forme plastiche e scultoree previste, ma sono realizzati con forme molto semplici. Al piano terra, in origine, erano presenti un grande deposito, la lavanderia, il cinema e la sala condominiale (dove oggi vengono organizzate diverse esposizioni). Dal punto di vista formale si presenta come un enorme prisma lineare, con tre facciate libere strutturate come una grande griglia tridimensionale, la cui profondità corrisponde a quella dei terrazzini. Le superfici appaiono mosse e alternate dal trattamento multicolore, ad esclusione della facciata nord, dove il muro è privo di finestre per meglio resistere al freddo. Lo studio dei colori, sui terrazzini e negli interni, fu realizzato con la collaborazione del pittore-architetto Afonso. L’esecuzione avvenne però senza il controllo diretto di Le Corbusier; contro le sue volontà, sul grandioso tetto piano non vennero realizzate le attrezzature collettive previste (piscina, solarium, asilo-nido, palestre, bar panoramico, giochi per bambini, pista ciclabile) che avrebbero favorito la socializzazione tra gli abitanti, snaturando quindi le finalità della proposta. Questa "città verticale" è percorsa internamente da 10 lunghe strade-corridoio, che ora servono solo raggiungere i vari appartamenti. Inoltre, la normativa edilizia berlinese relativa agli alloggi a carattere sociale, non ha consentito la creazione degli alloggi duplex; l'altezza del soffitto è di 2,50 mt invece di 2,26 mt previsto in base allo schema del modulor, per cui, nel tempo, molti alloggi vennero chiusi per ricavarne due più piccoli. Gli appartamenti che hanno mantenuto le indicazioni dell’architetto sono composti da uno stretto ingresso che conduce alla cucina e al soggiorno, da cui si accede al piccolo bagno. Fra il soggiorno e la cucina si trova una parete divisoria dotata di una finestra passavivande. Il terrazzino si estende per tutta la larghezza dell’alloggio consentendo una vista panoramica su Berlino. L’arredo era semplice e funzionale, la pavimentazione in linoleum verde scuro. Per ampliare otticamente l’ingresso, le pareti sono state dipinte in tinta con il pavimento in modo da far scorrere il colore senza interruzioni dalle pareti al pavimento. Al termine dei lavori, la costruzione subì però forti critiche da parte dell’opinione pubblica, sia per l'estetica sia per le dimensioni; furono sollevate questioni relative anche agli alloggi, alle altezze interne e all’impatto ambientale. Nel 1979 gli appartamenti in affitto sono stati convertiti in appartamenti di proprietà. Nel 2004 è stata fondata la Förderverein Corbusierhaus Berlin e. V. (Associazione amici della Corbusierhaus) con lo scopo di organizzare eventi di carattere culturale e scientifico. Nel 2007, in occasione del 50mo anniversario dell’Interbau, è stato avviato un piano di conservazione per salvaguardare l’edificio; mediante indagini approfondite sono stati ripristinati i colori originari delle finestre, dei balconi, delle strade interne e degli spazi aperti. Per il suo valore storico-culturale, oggi la costruzione è sotto tutela. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)