Walter GROPIUS, Haus Lewin, Berlin-Zehlendorf, 1928-1929




È l’abitazione privata realizzata progettata per Joseph Lewin, il direttore di una casa editrice ebrea. L’incarico venne ottenuto grazie all’intermediazione di Adolf Sommerfeld che, quando Gropius lasciò la guida della Bauhaus, gli procurò importanti commissioni. Questa costruzione si trova in Fischerhüttenstraße, immersa nel verde in un quartiere residenziale suburbano composto da ville borghesi. Si tratta di uno dei pochi edifici puramente funzionalisti di edilizia privata realizzati dall’architetto in Germania. In questa casa privata è ancora individuabile il principio formale proposto per le abitazioni-tipo da produrre in serie, elaborate quando era direttore della Bauhaus. Le forme cubiche sono molto simili a quelle delle abitazioni realizzate dallo stesso Gropius a Dessau per i docenti della Bauhaus. Dal punto di vista compositivo, questa villa si compone di un cubo di base scomposto in due volumi disposti a L che si incastrano tra loro, determinando una copertura asimmetrica piana. Mentre nelle case di Dessau alcuni volumi erano sospesi da esili pilotis, qui invece appoggiano saldamente sul terreno. La costruzione, che si eleva su due piani, si caratterizza esternamente per la totale assenza di decorazioni. Questa abitazione monofamiliare venne concepita come espressione del nuovo modo di vivere nell’età moderna. Per questo motivo la pianta è slegata dagli schemi tradizionali e rigidi della simmetria, articolandosi liberamente in ambienti le cui dimensioni sono nate da precisi calcoli e principi oggettivi, in sintonia con le esigenze della committenza. L'organizzazione spaziale e la suddivisione interna su due livelli ha determinato la conformazione esterna. Per questa ragione i prospetti sono tutti diversi tra loro sia per composizione sia per disposizione delle aperture. L’autore ha quindi applicato, come già nella sede della Bauhaus, il principio della scomposizione volumetrica; solo osservando tutte le facciate è quindi possibile comprenderne la conformazione complessiva. Per motivi di costo non stati usati materiali moderni come l’acciaio, il vetro e il cemento armato, ma ancora la muratura portante in mattoni. Le finestre rettangolari, dai profili metallici, sono state dimensionate secondo moduli standardizzati. Le aperture sono piccole sulla via pubblica, in quanto orientate a nord, e molto più grandi sugli altri tre lati, soprattutto sul retro, in modo da sfruttare la luce e il calore del sole. Tutti i volumi poggiano sullo zoccolo che, tinteggiato in un colore scuro, si stacca nettamente dal colore dei volumi edilizi. Originariamente la costruzione venne ricoperta esternamente con intonaco bianco, mentre l’interno si caratterizzava per i suoi colori vivaci (i pavimenti erano in linoleum rosso scuro che contrastavano con i tappeti blu). Nonostante l'articolazione in volumi destrutturati, l’interno è caratterizzato per la continuità tra i vari ambienti. Il soggiorno e la sala da pranzo si fondono tra loro e si aprono su una vasta terrazza. L’arredo interno, con armadi componibili dalle forme semplici e con strutture in acciaio, è stato progettato dallo stesso Gropius con la collaborazione di Breuer. L’architetto poté realizzare il progetto solo dopo alcune difficoltà iniziali, in quanto la commissione edilizia locale vide nella sua proposta un "peggioramento della qualità architettonica della via". Le autorità di Zehlendorf non volevano approvare il progetto in quanto temevano che il suo stile troppo radicale avrebbe pregiudicato l’unità architettonica della via su cui si affacciava, allora composta solo da edifici nel tipico stile della casa di campagna. Nel 1933, Lewin fu costretto a fuggire dalla Germania e la villa gli venne espropriata. Nel 1966 la costruzione è stata ristrutturata e la recinzione rifatta; a parte il garage, aggiunto in questo periodo, la casa ha mantenuto le sue caratteristiche originali, mentre l'interno è stato adattato al gusto contemporaneo. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)