Peter BEHRENS, Alexanderhaus+Berolinahaus am Alexanderplatz, Berlin-Mitte, 1929-1932


Berlino, capitale della neonata Repubblica di Weimar, viveva, negli anni Venti, un momento di fermento culturale e di rinascita urbanistica, che culminerà in una serie di concorsi di architettura finalizzati alla creazione della moderna metropoli europea. In questi anni, la Alexanderplatz, una delle maggiori zone commerciali della città, fu definita "il cuore pulsante di una città cosmopolita". Il promotore dei concorsi per il suo rinnovamento, fu Wagner, assessore all’urbanistica della capitale. Localizzati in diversi punti strategici della città, miravano a creare composizioni ideali per la costruzione della metropoli occidentale. Fu proprio all’interno di questo contesto che il concorso indetto nel 1928-29 per la piazza, che venne per la prima volta affrontato il tema urbano della "Weltstadtplatz". Secondo le sue intenzioni, la piazza, pur mantenendo il suo ruolo tradizionale di punto di accesso alla Berlino storica, doveva acquisire le caratteristiche tipiche del nuovo modo di vivere la metropoli. Secondo Wagner, la nuova piazza metropolitana doveva sviluppare soprattutto funzioni commerciali (grandi magazzini, negozi, locali di ristorazione, terziario pubblico e privato). Per gli studi di architettura che parteciparono al concorso, il riferimento di partenza era il progetto elaborato nel 1928 dallo stesso Assessorato all’urbanistica di Berlino, caratterizzato dalla grande rotatoria dal diametro di ben 100 mt, verso cui confluivano assi stradali di enormi dimensioni, con la finalità di razionalizzare i flussi di traffico veicolare. Wagner sembra quindi affermare il primato delle esigenze del traffico sulla composizione plastico-architettonica d’insieme. Ai partecipanti venne semplicemente richiesto che le nuove strutture architettoniche che si affacciavano sulla rotatoria avrebbero dovuto caratterizzarsi per forma, colore, luci pubblicitarie, ed essere valorizzate anche di notte mediante l’illuminazione artificiale. Il concorso fu vinto dai fratelli Luckhardt (1929). Il progetto presentato da Behrens, che si aggiudicò il secondo premio, accoglieva la disposizione planimetrica e stradale indicata da Wagner. Dal punto di vista architettonico, la sua proposta riuniva due elementi simbolo della modernità: il grattacielo di origine americano (il tipo architettonico per eccellenza della metropoli) e il vetro (che insieme alla luce avrebbe permesso alla città di vivere anche di notte). Questi elementi di grande impatto figurativo, recuperano le visioni fantastiche della Glasarchitektur avanzate nei primi anni Venti da vari architetti tedeschi. La soluzione di Behrens si componeva di due edifici distinti disposti a ovest e di un grande blocco semicircolare sul lato est che scavalcava, con una struttura a ponte, i due assi radiali che si immettevano nella piazza. Disposti in questo modo, i due edifici occidentali, che definiscono l'inizio della Rathausstraße, formavano già in questa prima versione una sorta di "porta urbana" d’ingresso al centro storico. L’elemento più sorprendente dell’intero progetto erano i grandi prismi di vetro collocati sui punti nodali delle unità edilizie. Mentre l’edificio della futura Alexanderhaus era concepito come una grande costruzione a blocchi ortogonali tra loro, del secondo edificio, la Berolinahaus veniva accentuato lo slancio della torre, alta ben 53 mt, e sulla quale si ergeva, come un faro urbano, un corpo luminoso di 20 mt di altezza. Rifacendosi alle sperimentazioni espressioniste dei primi anni Venti, questa "torre di luce" avrebbe accentuato il ruolo simbolico di questo blocco edilizio come "faro" della modernità. La torre luminosa avrebbe dominato la piazza rendendola riconoscibile anche da grande distanza, costituendo quindi un sicuro riferimento visivo per chi osservava la città da lontano. A seguito della grave crisi finanziaria che investì la Germania verso la fine del decennio, l'idea di costruire la piazza metropolitana venne abbandonata. Behrens, su commissione dalla banca americana Lawrence Stern and Partners, elaborò una II versione del suo progetto costituito dalla Alexanderhaus, dalla Berolinahaus e dal Theater des Volkes (posto appena davanti alla Georgenkirche). I due edifici commerciali vennero semplificati e ridimensionati, mentre l’altissima torre, gli altri corpi luminosi e la struttura teatrale vennero abbandonati.





ALEXANDERHAUS+BEROLINAHAUS
I due blocchi edilizi vennero ultimati entro il 1932 ma, in fase di costruzione, furono ulteriormente ridotti da 12 piani a soli 8 piani, perdendo quindi quasi completamente il potente effetto visivo della proposta presentata al concorso del 1929. Visti dal centro della piazza, la coppia di palazzi compone un insieme simmetrico, con i due vani scala vetrati uguali posti uno di fronte all’altro, entrambi sporgenti sia dalla parete verticale sia dal piano di copertura. Disposti in questo modo, le due unità segnalano l'inizio della Rathausstraße, mantenendo la funzione di "porta urbana" aperta sulla città storica (che verrà poi completamente distrutta dai bombardamenti della II Guerra mondiale). Degli effetti luminosi previsti nel progetto-concorso, sono rimasti solo i due vani scala vetrati che, se visti di notte, si trasformano in due "lame di luce" che tagliano verticalmente i due massicci corpi edilizi realizzati. Per la loro realizzazione, venne utilizzata la moderna tecnica della struttura portante in calcestruzzo armato. In facciata, il telaio crea una griglia ortogonale i cui riquadri racchiudono al loro interno aperture rettangolari, a loro volta suddivise in riquadri più piccoli da telai d’acciaio, tipica composizione ritmica utilizzata dagli architetti della Neue Sachlichkeit. La tridimensionalità dei prospetti è accentuata dal fatto che le aperture sono incassate rispetto alla robusta griglia ortogonale. L’Alexanderhaus, dalla forma più complessa, che vagamente sembra ricordare un frammento della grande rotatoria prevista da Wagner nel progetto preliminare del 1928, fu concepita ad uso commerciale con negozi, grandi magazzini, ristoranti, caffè notturni. Ai lati dei passaggi pedonali al piano terra, si trovavano altri negozi, il primo piano era invece destinato a galleria commerciale, con facciata continua vetrata e sottile telaio metallico. La Berolinahaus è invece un parallelepipedo puro; al pianoterra conteneva negozi, al primo piano locali per la ristorazione, negli altri sei uffici. Come nell’Alexanderhaus, tra il piano terra e il terzo piano è stato collocato un piano vetrato a sbalzo, incorniciato orizzontalmente da vetrate bianche. Entrambe le costruzioni hanno le parti piene rivestite in lastre di pietra. L’Alexanderplatz, gravemente devastata durante la II Guerra mondiale, negli anni Sessanta fu trasformata in un immenso spazio pedonale vuoto, grigio e poco attraente. Degli edifici esistenti che si affacciavano prima della guerra sui suoi lati, rimasero solo quelli di Behrens, ricostruiti negli anni Cinquanta e integrati nella nuova sistemazione della piazza. Durante l’epoca della DDR, l’Alexanderhaus sarà ridenominata Haus der Weltjugend und Handelsorganisation. Dopo la riunificazione della Germania, venne intrapresa una lunga operazione di recupero dei due blocchi di Behrens. Nel 1993-95, seguendo le indicazioni delle autorità in materia di protezione dei monumenti storici, è stato effettuato un intervento di ripristino dell’Alexanderhaus che, dopo le varie operazioni effettuate in passato, era pressochè irriconoscibile. Nella corte trapezoidale che si apre su Grunerstraße, è stato inserito un nuovo corpo a due piani con facciata vetrata con sovrapposta una struttura lamellare, al cui interno sono stati ricavati 36.000 mq per spazi commerciali e uffici. Fino al 1998 la Berolinahaus fu la sede degli uffici amministrativi del distretto urbano di Mitte. Da allora restò inutilizzata fino al 2005, quando fu acquistata dalla Pegasus. Nella ristrutturazione (2005-06) i piani inferiori furono riorganizzati planimetricamente, mentre quelli superiori rimasero fedeli al progetto di Behrens; oggi appartiene alla catena C&A. Il loro suo aspetto esteriore è esattamente quello del 1932. Entrambe le costruzioni sono sotto tutela monumentale. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)