Peter BEHRENS, Haus Lewin, Berlin-Zehlendorf, 1929-1930




Casa privata realizzata per lo psicologo di origine ebrea Kurt Lewin, pioniere della psicologia sociale e docente di Filosofia e Psicologia presso la Friedrich-Wilhelm-Universität di Berlino. Venne costruita nel quartiere residenziale composto da ville borghesi in Berlin-Zehlendorf, su un lato della Waldsängerpfad. È una delle poche case private che Behrens ha realizzato dopo la I Guerra mondiale. Seguendo le ricerche architettoniche portate avanti in quel periodo dai giovani architetti tedeschi, che lui stesso aveva contribuito a formare, Behrens evidenzia in questa costruzione il suo avvicinamento ai principi progettuali e linguistici del Razionalismo. L’aspetto esterno colpisce in particolare per la sua composizione asimmetrica ma ben proporzionata. Come la recente Haus Joseph Lewin di Gropius (del 1928-29), consiste in un corpo edilizio molto sobrio composto da due strutture cubiche che si incastrano irregolarmente tra loro e da piani bidimensionali che aggettano dai volumi pieni. Alcuni spigoli dei due volumi sono stati tagliati da vetrate angolari, che percettivamente alleggeriscono i corpi geometrici. Questa elaborata disposizione volumetrica esterna, che risente anche delle sperimentazioni dell'avanguardia olandese, è stata definita dalla particolare organizzazione spaziale interna e dei collegamenti verticali. La villa contiene in realtà due unità abitative: nel corpo cubico più grande è disposta l’abitazione principale dei coniugi Lewin; in quello laterale, sopra il garage, si trova l’appartamento più piccolo che il proprietario fece progettare appositamente per la figlia. Ad essi si giunge dalla scala d’ingresso comune sovrastata da una tettoia aggettante. L’unità principale, arredata da Breuer seguendo l'estetica elaborata in quegli stessi anni alla Bauhaus, è strutturata su due livelli perfettamente quadrati, collegati tra loro da una scala interna. Al primo livello si trova la zona giorno (stanza per le pubbliche relazioni, soggiorno, pranzo, cucina e servizi), al secondo la zona notte. L’unità minore si sviluppa su un solo livello con pianta rettangolare, e si compone di soggiorno, stanza da letto e servizi. In entrambe le unità le aperture maggiori sono rivolte verso sud, cioè sul lato opposto alla strada, in modo da sfruttare al meglio la luce naturale e il calore del sole. Al di sopra dell’unità minore è stato ricavato un tetto-terrazza parzialmente coperto da una semplicissima tettoia, sorretta da quattro esili elementi metallici. Alla terrazza, a disposizione di entrambe le unità, si può accedere separatamente dai due alloggi. L’avvicinamento di Behrens alle ricerche razionaliste è confermato dalla presenza del tetto piano, della lastra bidimensionale aggettante in cemento e dalla totale assenza di ornamentazioni. Anche le pareti esterne completamente intonacate di bianco avvicinano quest’opera alle moderne ville borghesi realizzate in quello stesso periodo in Francia da Le Corbusier (che, da giovane, fu anche lui, come Gropius e Mies van der Rohe, allievo presso il suo studio a Berlino). Una volta ultimata la costruzione, il committente fece progettare da Breuer mobili su misura per la sala da pranzo, lo studio, le camere da letto e la cucina. L’abitazione ha subito nel tempo alcuni restauri ma le dotazioni fisse e alcuni elementi d’arredo (serramenti metallici, ringhiera delle scale, porte, armadi, ecc.) voluti dall’architetto e dal committente sono stati mantenuti. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)