Bruno TAUT, Wohnbebauung Trierer Straße, Berlin-Weißensee, 1925-1926




L’intervento fu commissionati dalla GEHAG, la cooperativa edilizia nata del 1924, che, usando il recente Regolamento edilizio della città di Berlino, decretò la fine delle Mietskasernen. Il lotto d’intervento si trovava in un’area suburbana dalla struttura eterogenea, caratterizzata da bassa densità edilizi, ma dalla presenza di Mietskasernen pluripiano. Partendo dalla forma stretta e allungata del lotto a disposizione, Taut ha creato un edificio pluripiano in linea disposto sul filo stradale. L’aspetto più sorprendente di questa unità edilizia è la colorazione delle facciate, che la differenzia nettamente dalle costruzioni vicine. Il fronte su Trierer Straße, lungo 90 mt, è diviso in ampie fasce orizzontali dai colori contrastanti tra loro. Sopra uno zoccolo continuo in laterizio rosso, sono disposti i quattro piani dell’edificio, ognuno caratterizzato da un proprio colore: blu elettrico al primo piano, giallo-ocra al secondo, rosso-bruno al terzo, di nuovo giallo-ocra al quarto. Questa suddivisione cromatica, accentuata dalla sottile cornice sporgente in klinker, conferisce percettivamente profondità differenziate ai diversi piani. I colori dei telai delle finestre corrispondono a quelli delle fasce in cui si trovano, in modo da attenuare il contrasto con le vetrate. Il prospetto stradale è mosso dalle sporgenze dei vani scala a torre, con finestrelle bianco-rosse sovrapposte e cornice in klinker. Questa parte è inserita nella sezione verticale bianca che interrompe lo sviluppo orizzontale dei colori principali; inoltre il bianco si estende orizzontalmente al di sotto del cornicione della copertura, per disegnare in facciata le dimensioni del piano sottotetto. In questo modo la composizione del colore indica all’esterno l’alternanza dei due tipi di alloggio interni. Gli alloggi più piccoli, da 1,5 vani, sono disposti ai lati del vano scala, rispetto al quale risultano arretrati; sono intonacati di bianco e hanno finestre piccole con telaio in legno verniciato di bianco e di giallo. Gli alloggi più grandi, da 2,5 vani, si trovano dietro le fasce colorate e presentano finestre più grandi. Anche la parte posteriore è strutturata in cinque sezioni verticali: alla parte anteriore bianca corrisponde quella rosso-bruna; alla parte colorata quella giallo-ocra. In questo modo sulle facciate si può leggere la disposizione in orizzontale del sistema unità abitative grandi/unità abitative piccole. L'autonomia delle sezioni è sottolineata anche dalla diversa combinazione dei colori che definiscono logge e balconi: la base d’appoggio dei balconi delle unità piccole è sottolineata da strisce bianche, le logge delle unità grandi sono incorniciate da fasce bianche e blu. Balconi, logge e fasce colorate sono organizzati tra loro in modo da formare alternativamente composizioni a croce bianco-blu e geometriche a T bianco-rosse. Per quanto riguarda la copertura, mentre su Trierer Straße la sezione degli alloggi grandi termina con un cornicione leggermente inclinato, e quelle degli alloggi piccoli con i tetti piani, sul retro la copertura è quella tipicamente razionalista del tetto piano. La composizione cromatica di questo intervento, rappresenta un caso unico nella produzione architettonica di Taut. Al contrario dei suoi successivi interventi a scala urbanistica, qui ha avuto un carattere più estroso e artistico, in quanto il gioco di colori segue finalità più pittoriche, in grado di stimolare giochi ottici ed esprimere emozioni. Già negli anni Venti questa combinazione tra motivi geometrici e colori, subì forti critiche dagli ambienti politici e culturali più conservatori. Durante l’epoca nazionalsocialista, questa architettura venne considerata, al pari della produzione pittorica espressionista tedesca, "arte degenerata". Nel 1938 i colori vennero raschiati e sostituiti da un tradizionale intonaco monocromo. Nel 1963 fu elaborato un progetto che ne ha recuperato i colori originali, ma con toni molto più deboli. Solo nel 1993/94 la GEHAG, seguendo le indicazioni della Deutsche Stiftung Denkmalschutz, ha commissionato il progetto di ristrutturazione dell’edificio, comprendente il ripristino dei colori originali, sia delle facciate che dei vani scala. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)