Erich MENDELSOHN, WOGA-Komplex.
Universum-Kino, Berlin-Wilmersdorf, 1927-1928





Sala cinematografica per 1760 posti a sedere, la cui spettacolare conformazione volumetrica esterna è il risultato della sua organizzazione spaziale interna. sSeguendo le più recenti ricerche funzionaliste, la planimetria e l'organizzazione spaziale di una moderna sala cinematografica sono il risultato dello studio approfondito del rapporto spettatore-film. Essendo il quadro scenico piccolo e da vedere per quanto possibile di fronte, la sala è di conseguenza stretta e lunga. Le linee orizzontali delle pareti (le strisce luminose delle superfici (il soffitto e i "nastri" di luce incavati sulle pareti laterali), oltre che caratterizzare l’ambiente, puntano verso lo schermo in modo da proiettare lo spettatore "dentro" l’azione cinematografica. Il risultato è una sala allungata a ferro di cavallo, la cui forma leggermente arrotondata della copertura sono la conseguenza anche degli studi tecnici relativi all’acustica. Per quanto riguarda gli impianti tecnici, l’interno presentava anche un avanzato sistema di areazione. Osservando l’edificio dall’esterno si distinguono il basso volume curvo dei negozi e dell’atrio, quello concentrico ma arretrato della sala, il volume geometrico della cabina di proiezione (con integrato l’impianto di ventilazione) e, sullo sfondo, quello perpendicolare del palcoscenico. L’ingresso, che si affaccia direttamente sul Kurfürstendamm e sulla Lehniner Platz, è segnalato, oltre che dalla gigantesca insegna, dall'incastro tra l’alto solido delle strutture di proiezione e le grandiose curve sottostanti. L'angolo arrotondato dei negozi è stato uno dei primi schizzi di Mendelsohn, che ha poi determinato il progetto definitivo; la forma arrotondata inizialmente era ancora più accentuata, ma fu otticamente attenuata a favore del corpo edilizio del cinema, in modo da conferirgli una maggiore imponenza. Alle linee ondulate del suo linguaggio precedente, l'architetto ha ora preferito linee più geometriche, visibili nelle finestra a nastro, nel disegno essenziale delle superfici, nella lastra tagliente che si incastra col volume rotondo. Le finestre a nastro, dietro cui sono disposti i negozi, vennero concepite anche per l’illuminazione notturna, in modo tale da accentuarne scenograficamente le valenze espressive dell'intero WOGA-Komplex. Il materiale prevalentemente usato è il klinker dal colore bruno-rossastro, che contrasta volutamente con la facciata chiara dell’Apartment-Haus sul fondo, col quale il volume si integra. Questa tipologia elaborata da Mendelsohn esercitò una grande influenza sulla progettazione delle sale cinematografiche per tutti gli anni Trenta. Durante la II Guerra mondiale l’edificio venne gravemente danneggiato. Nel Dopoguerra cambiò più volte destinazione, prima come Cinema Capitol poi Café Ricci e nel 1969 come sala da ballo. Nel 1979, in condizioni di grave abbandono, fu inserito nella lista dei monumenti moderni berlinesi da salvaguardare. Negli anni 1978-1981 fu sottoposto a radicali lavori di ristrutturazione che provocarono accese discussioni negli ambienti culturali internazionali. Il ripristino-rifacimento fu eseguito su progetto di Sawade che ricostruì l'involucro con le stessa configurazione originale, mentre la struttura interna è stata drasticamente riorganizzata per corrispondere alle esigenze del centro teatrale Schaubühne Berlin (che qui ha sede dal 1981). Ora è una moderna struttura teatrale polifunzionale con attrezzature tecniche di alto livello. L'interno è flessibile e divisibile in vari modi ed è stata eliminata la tradizionale separazione palco-pubblico; il podio mobile può essere usato come arena, anfiteatro, cinema. Il foyer e la biglietteria sono stati ricavati nell’area dei negozi originariamente collocati sotto la sala. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)