Erich MENDELSOHN, Villa Sternefeld, Berlin-Charlottenburg, 1923-1924



La costruzione fu realizzata come abitazione e sede dell’ufficio del medico ebreo Sternefeld, amico personale di Mendelsohn. L’edificio occupa un lotto di grandi dimensioni; si affaccia su Heerstraße mentre il lato maggiore si sviluppa su Ragniter Allee. Sul lato opposto, non visibile dalla strada, si trova un giardino. In questa costruzione l’architetto non mira alla spettacolarizzazione, come nelle sue recenti opere espressioniste berlinesi, ma adotta un linguaggio razionale e geometrico. Oltre ai riferimenti alle ville di Wright, già presenti nella sua recente Doppelvilla (del 1921-22), qui sono visibili anche le novità provenienti dall’architettura olandese d’avanguardia. Alla linea fluida e alle superfici avvolgenti, preferisce ora l’angolo retto e le pareti piane. La villa, realizzata in muratura portante in laterizio, ha una forma geometrica con impianto planimetrico a L e tetto piatto, e si presenta come una enorme scultura astratto-geometrica, la cui asimmetria è accentuata da fasce scure in laterizio alternate a fasce intonacate color beige. Come nel Neoplasticismo olandese, l'architetto dimostra come, utilizzando elementi semplici quali la linea, la superficie piana, il rettangolo, sia possibile ottenere composizioni molto articolate. Egli ha infatti decomposto il volume cubico dell’edificio, in volumi minori e piani bidimensionali che sembrano slittare in avanti e indietro dal nucleo centrale verso l'ambiente circostante. Come in altre costruzioni razionaliste francesi e tedesche, non è presente un prospetto principale. Dal basso verso l’alto la costruzione è stratificata in volumi orizzontali sovrapposti, ma sfalsati tra loro, caratterizzati da rapporti pieni/vuoti, pesante/leggero, superfici continue/profonde incisioni. I muri (sia della parte abitativa sia della recinzione) presentano tutti lo stesso linguaggio: parti intonacate si alternano a fasce in mattoni, a loro volta tagliate da asole che permettono allo sguardo di oltrepassare le superfici. L’ingresso principale, rivolto verso Heerstraße, è evidenziato da elementi aggettanti che fuoriescono dalla scatola edilizia e che creano una piccola corte interna. La recinzione è concepita come parte integrante della costruzione; infatti il muro unisce la soglia sulla strada con l’ingresso della casa e si trasforma in parete della villa e su di esso è addirittura appoggiata una finestra d’angolo. La disposizione delle finestre non ricerca alcuna armonia; ad ogni livello occupano posizioni differenziate, a volte sono a filo interno, a volte esterno del muro, oppure inquadrate da modanature in mattoni. Questo gioco di intagli, accentuati dalle cornici in mattoni, imprime un forte dinamismo al prospetto longitudinale. Questi rigorosi rapporti di volumetrie essenziali, legano la sua ricerca architettonica a quella che, proprio negli stessi anni, anche Le Corbusier stava sperimentando nelle sue ville private per la moderna borghesia francese. L’interno, col piano terra rialzato dal livello stradale, è strutturato su tre livelli. La disposizione dei vani non risente però della disarticolazione volumetrica che caratterizza gli esterni. Alle trasparenze e agli spazi fluidi delle recenti ville di Mies van der Rohe, Mendelsohn preferisce semplici ambienti rettangolari distribuiti secondo le esigenze funzionali della committenza, con gli spazi abitativi orientati principalmente verso ovest. I tre piani sono collegati tra loro da rampe interne inserite in vani scala quadrilateri. Sul secondo livello è stata ricavata un’ampia terrazza, mentre la copertura è stata concepita come tetto-solarium "mediterraneo". Nella parte posteriore sono nascoste le funzioni di servizio, come per esempio lo stenditoio. Nel 1932/33, lo stesso Mendelsohn verrà incaricato di trasformare la copertura-solarium in alloggio. Durante gli anni del Nazionalsocialismo gli Sternefeld furono costretti a fuggire all’estero. Rientrati nel 1951 si ristabilirono nella villa. Rimasta vuota per alcuni anni, nel 1977/78 è stata sottoposta a lavori di restauro e trasformazione, e l’interno suddiviso in quattro appartamenti indipendenti, mantenendo però l’aspetto esterno originario. La villa e il giardino posteriore sono considerati patrimonio storico e quindi tutelati dalle autorità berlinesi. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)